La Banca centrale europea ha confermato i tassi di interesse: deposito al 2%, rifinanziamento principale al 2,15% e prestiti marginali al 2,40%. La decisione oggi nella riunione a Firenze. Dopo i tagli complessivi di due punti percentuali da giugno 2024, la BCE opta per una pausa, in attesa delle proiezioni economiche di fine anno, che includeranno anche le stime sull’inflazione 2028.
L’economia dell’eurozona ha registrato una crescita dello 0,2% nel terzo trimestre, supportata da un mercato del lavoro solido e dai bilanci resilienti, mentre l’inflazione è risalita al 2,2% in ottobre. Christine Lagarde ha sottolineato la necessità di monitorare i rischi esterni, tra cui tensioni geopolitiche, controversie commerciali globali e l’eccessivo rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro, favorito dai tagli della Federal Reserve. Criticità interne riguardano i ritardi delle misure fiscali in Germania e la crisi di bilancio in Francia.
Il contesto resta di incertezza: anche altre banche centrali, come la Banca del Giappone, hanno scelto di mantenere i tassi invariati. I prossimi dati Eurostat sull’inflazione di ottobre, attesi il 31, saranno cruciali per valutare la tenuta della politica monetaria nell’area euro.
