E’ l’estate dei rincari record, il ministro Urso accelera sul calmiere

Quella che si aprirà domani sarà una settimana decisiva sul fronte dell’inflazione. Adolfo Urso, ministro dell’Imprese e del Made in Italy, incontrerà infatti i rappresentanti della grande distribuzione e dell’industria agroalimentare per trovare l’intesa sul calmiere: una strategia sulla quale il governo Meloni ha deciso di accelerare, soprattutto dopo aver letto l’ultimo dossier del Codacons secondo il quale quella del 2023 sarà ricordata come l’estate dei rincari, con prodotti come lo zucchero e il riso che sono arrivati a costare rispettivamente il 46.8 e il 32% in più rispetto al 2022.
Ad aumentare di prezzo, dunque, sono soprattutto i generi alimentari tipici dell’estate: i gelati costano il 18,9% in più su base annua, per una birra si spende in media il 13,2% in più, il costo delle bevande gassate è aumentato del 19,5% mentre quello dei succhi di frutta, degli aperitivi alcolici e dell’acqua minerale è salito rispettivamente del 15,8, del 10 e dell’11,9%.
Ancora, secondo il Codacons, i pomodori costano il 12,8% in più, mentre finocchi, carote, cipolle, aglio, asparagi e carciofi hanno subito aumenti medi del 23,6%; le patate sono rincarate addirittura del 26,9% e per condire una pietanza con olio d’oliva bisogna sostenere una maggiore spesa del 26,7%. Male anche la frutta fresca: gli aumenti sono in media dell’8,3% con punte del 16 per le arance e del 15,2 per frutti come uva e kiwi. A tutto ciò si aggiunge la pasta che a Bari è arrivata a costare 1,59 euro al chilo, cifra comunque più contenuta di quella di Pescara dove si tocca quota 2,50 euro. Tutto ciò si traduce in un maggior esborso di 1.834 euro l’anno a famiglia, di cui 846 destinati solo all’acquisto di cibo e bevande, rincarati mediamente dell’11%.
Per fronteggiare questa situazione il governo Meloni ha prima attivato la carta ricaricabile “Dedicata a te”, che ai nuclei familiari con almeno tre componenti e Isee non superiore a 15mila euro garantirà poco meno di 400 euro da spendere entro il 31 dicembre, e adesso pensa a un calmiere di cui possano beneficiare tutti.
Nelle intenzioni del ministro Urso, non dovrebbe trattarsi di un sistema di prezzi imposti, ma di un accordo per contenere il costo dei prodotti di largo consumo per un periodo di tempo limitato. La speranza è che grande distribuzione e industria agroalimentare scendano a patti con Palazzo Chigi per averne un “ritorno di immagine”. Anche se, attraverso Federalimentare, l’industria agroalimentare ha fatto sapere di aver già ridotto i listini. Non è scontato, dunque, che il settore aderisca alla proposta del Governo. Se ne saprà di più dopo gli incontri in programma per la settimana entrante.

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