È guerra al cibo sintetico: sì bipartisan alle mozioni nel Consiglio regionale pugliese

Parte dalla Puglia la crociata contro il cibo sintetico. E a firmare la dichiarazione di guerra è il Consiglio regionale che ieri, all’unanimità, ha approvato una prima mozione presentata da Filippo Caracciolo e Francesco Paolicelli, rispettivamente leader e componente del gruppo del Partito democratico nell’assemblea pugliese, e un’altra firmata invece da Massimiliano Stellato, esponente di Italia Viva . L’obiettivo? Impegnare la giunta Emiliano a sostenere la petizione promossa da Coldiretti, con l’obiettivo di velocizzare l’iter del ddl licenziato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri e finalizzato a bloccare la produzione e la commercializzazione di cibi sintetici o “in provetta”. Non solo: le mozioni puntano anche a promuovere misure idonee per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi connessi a certi alimenti, tra l’altro ampiamente segnalati dalla Fao e dall’Oms. «Così tuteliamo l’economia agricola, la salute dei cittadini e l’ambiente della nostra regione», ha sottolineato Stellato a margine della seduta.

L’iniziativa del Consiglio regionale segue la petizione, promossa da Coldiretti, che in breve tempo ha già raccolto più di mezzo milione di firme in tutta Italia di cui circa 40mila in Puglia, incluse quella del governatore Michele Emiliano e del sindaco barese Antonio Decaro. Diverse le circostanze che hanno spinto l’associazione ad attivarsi per chiedere un’accelerazione sul ddl presentato dal governo Meloni. Innanzitutto ci sono le ragioni degli allevatori, per i quali la diffusione della cosiddetta “carne coltivata” e, più in generale, del cibo sintetico, comporterebbe una drastica riduzione del volume d’affari. Non vanno poi dimenticati i pericoli segnalati dalla Fao e dall’Oms in un dossier sulla sicurezza alimentare del cibo a base cellulare. Le due organizzazioni, infatti, individuano ben 53 rischi negli alimenti sintetici, dalle allergie al tumore, sottolineando la necessità di una particolare attenzione nell’uso di componenti come fattori della crescita e ormoni utilizzati nei bioreattori ma vietati nell’attività di allevamento in Italia. Non solo: Fao e Oms invitano ad approfondire anche altri aspetti come «le questioni etiche, le considerazioni ambientali, la preferenza/accettazione dei consumatori, gli aspetti nutrizionali, i costi di produzione, i prezzi dei prodotti finali e i requisiti normativi come i meccanismi di approvazione e le regole di etichettatura». Infine, non bisogna dimenticare i risultati di un sondaggio, recentemente condotto da Tecnè, secondo il quale il 72% degli italiani non mangerebbe la carne sintetica ottenuta in laboratorio, mentre solo il 18 la assaggerebbe e il 10 preferirebbe approfondire le proprie conoscenze in merito prima di prendere una decisione. «La nostra – evidenziano da Coldiretti – è una mobilitazione che ha il merito di aver acceso i riflettori su un business in mano a pochi ricchi e influenti nel mondo, finora tenuto nascosto ma capace di cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda, con la positiva apertura di una discussione nel Paese, nei comuni, nelle regioni e in Parlamento. Il disegno di legge presentato dal Governo, infatti, sarà operativo soltanto dopo la discussione e l’approvazione da parte delle Camere che la raccolta di firme vuole accelerare».

L’approvazione della doppia mozione da parte del Consiglio regionale è stata accolta con soddisfazione soprattutto in due località pugliesi note in Italia e nel mondo per la qualità della carne. Lorenzo Netti, sindaco di Sammichele di Bari, ha appreso la notizia dell’ok ai testi contro il cibo sintetico mentre era impegnato in un incontro, nella sede romana del Ministero dell’Agricoltura, per il riconoscimento dell’Igp a un prodotto-simbolo come la zampina. «Non c’è alcuna ragione di puntare sul cibo sintetico – ha commentato Netti – soprattutto in una realtà come la nostra in cui si offre un prodotto di eccellenza come la carne che richiama buongustai e turisti da tutto il mondo». Soddisfatto anche Vincenzo Casone, sindaco di Santeramo: «Sicuramente è legittimo il punto di vista di tutte quelle persone che seguono diete vegetariane e vegane, ma non è la carne sintetica la via migliore per ridurre o annullare il consumo di carne “vera”. Sono portato a diffidare dei prodotti sintetici in generale, ancora di più se questi vengono interamente prodotti in laboratorio. Ci sono altri modi per combattere gli allevamenti intensivi, la crudeltà contro gli animali e il consumo eccessivo di carni, ma non credo che questo sia quello migliore».

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