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È allarme lupi nelle campagne pugliesi: a Noci pecore azzannate in un allevamento

Una decina di pecore sono state uccise da un branco di lupi in un allevamento a Noci, che si trova proprio a ridosso del centro abitato. A lanciare l'allarme è Coldiretti Puglia che evidenzia come il problema non riguardi solo il Barese ma tutta la regione con «pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e asinelli…

Una decina di pecore sono state uccise da un branco di lupi in un allevamento a Noci, che si trova proprio a ridosso del centro abitato.

A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia che evidenzia come il problema non riguardi solo il Barese ma tutta la regione con «pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e asinelli uccisi dal Gargano al Salento dove la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti che hanno costretto alla chiusura delle attività e all’abbandono della aree interne».

Numerose, negli ultimi giorni, le segnalazioni da parte di allevatori della Murgia barese e tarantina, in provincia di Foggia e di Lecce, con l’ultimo caso, appunto, a Noci.

Agli attacchi dei lupi agli animali a volte feriti o uccisi si aggiungono, prosegue la Coldiretti, «i danni indotti dallo spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte e aborti negli animali sopravvissuti».

Per l’organizzazione degli agricoltori sono dunque «essenziali misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le aree rurali più difficili dove l’allevamento è l’attività principale, ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze pugliesi, come la pecora “Gentile” di Altamura o la “Moscia” leccese».

In questo contesto, la Coldiretti plaude alla proposta della Commissione europea di un downgrade dello status del lupo da “strettamente protetto” a “protetto” in riferimento al fatto che “la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale soprattutto per il bestiame”. «Una decisione – spiega la Coldiretti – che risponde alle richieste delle autorità locali di maggiore flessibilità per gestire più attivamente le concentrazioni critiche di lupi».

In Italia si è registrato un forte aumento da nord a sud della popolazione di lupi, stimata dall’Ispra nell’ambito del progetto Life WolfAlps Eu intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola mentre il numero di pecore è diminuito di circa il 10% negli ultimi cinque anni secondo l’analisi della Coldiretti.

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