Due anni dalla morte di Angela, ma la stazione di Acquaviva resta insicura

Due anni dopo l’incidente che costò la vita ad Angela Giangaspero, la stazione ferroviaria di Acquaviva delle Fonti appare esattamente come lo era la sera del 23 ottobre 2021.

La 17enne cassanese, studentessa, secondo le ricostruzioni dell’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Bari sarebbe stata travolta dallo spostamento d’aria di un treno in corsa, mentre si trovava seduta su un muretto, nelle vicinanze del binario, morendo a cause delle ferite riportate.

Angela si trovava, come tante ragazze e ragazzi ancora fanno, presso la stazione, un tempo frequentemente usata dai pendolari ma da anni in stato di semi-abbandono a causa dei tagli che le Fs hanno effettuato sui siti di minore importanza. «Ad oggi non sappiamo ancora nulla di cosa è successo effettivamente quella sera a mia sorella – dice a “L’Edicola del Sud” Elena – Si è parlato di presunte cuffiette che l’avrebbero distratta, di gente che avrebbe provato ad avvisarla senza fare in tempo, ma erano tutte storie, non sappiamo nemmeno se si sia sentito il fischio del treno, perciò lei è stata completamente colta alla sprovvista. A chi si è permesso di dire che la stazione ad Acquaviva era una stazione sicura probabilmente non si era mai fatto un giro attorno».

In effetti a guardarla ancora oggi quel luogo sembra terra di nessuno: vi si può accedere senza controllo e senza motivo nonostante sia un sito a rischio elevato, dove i treni sfrecciano ad alta velocità. Poche le telecamere e chissà se sono funzionanti. Di certo non c’è alcuna sorveglianza fisica. Subito dopo il sacrificio involontario di Angela le Fs promisero adeguamenti, anche a seguito delle denunce dell’amministrazione comunale dell’epoca che chiese a più riprese la messa in sicurezza.

«Non si può più fare qualcosa per Angela – conclude sua sorella – ma per favore, fate qualcosa per chi c’è ancora e per chi verrà perché morire così, a 17 anni, non è normale. Il mio è un messaggio di denuncia ma al tempo stesso una richiesta di aiuto; aiutateci a far verità su questa storia e, se sapete qualcosa parlate, se avete delle idee su come migliorare la stazione, proponete: non facciamo finta ancora una volta che non sia accaduto nulla».

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