Rispetto a prima della pandemia l’occupazione femminile in Puglia è aumentata dell’8,4 per cento. Nessuna regione italiana ha riportato una crescita maggiore. Numeri importanti che trovano conferme in tutto il Mezzogiorno che con incremento del 2,5 per cento delle occupate rispetto all’1,2 del Nord Ovest e lo 0,1 del Centro.
Sono solo alcuni dei dati illustrati dall’ordine dei consulenti del lavoro che ieri ha presentato un focus sulla condizione lavorativa del Paese dal titolo “Tendenze dell’occupazione femminile in Italia al 2024”. Dietro la Puglia in questa particolare classifica si trova l’Abruzzo (+6%) e la Sicilia (+4,2%). Vi sono, invece, la Campania (-2,2%) e la Sardegna (-1,1%) che a tre anni dalla pandemia non hanno ancora recuperato i livelli pre-Covid. A livello nazionale c’è un dato, però, che deve fare esultare: a gennaio di quest’anno si è sfondata quota dieci milioni di occupate. Uno dei principali fattori che hanno contribuito a questo aumento è stato il cambiamento delle norme sociali e culturali. Le donne stanno sfidando gli stereotipi di genere tradizionali e stanno cercando attivamente opportunità di carriera e realizzazione professionale.
Sono sempre più ambiziose e determinate a perseguire i propri obiettivi lavorativi. Un record trainato soprattutto dalle fasce d’età più adulte, in particolare le 55-64enni, che hanno registrato un incremento di 284mila occupate (+15,1%) tra il 2019 e il 2023.
Un fattore che ha influenzato questo aumento dell’occupazione femminile è anche l’espansione dei settori dell’economia che richiedono competenze e qualifiche specifiche. Le donne italiane hanno dimostrato di essere altrettanto capaci e talentuose degli uomini in molti campi, tra cui la medicina, l’ingegneria, l’informatica e il settore finanziario.
Grazie all’accesso all’istruzione superiore e alla formazione professionale, le donne hanno acquisito le competenze necessarie per entrare in questi settori e hanno dimostrato di poter raggiungere posizioni di leadership. Particolarmente significativo, però, è anche il dato relativo all’occupazione giovanile: tra le 25-34enni, l’occupazione aumenta del 2,4%, mentre tra le under25 la crescita è del 6,6%.
L’unico saldo negativo si riscontra nella fascia tra le 35 e 44 anni dove si registra un calo del 7,9%, con una perdita di circa 200mila occupate. «L’aumento dell’occupazione femminile deve essere un obiettivo da perseguire sensibilizzando maggiormente le imprese ad adottare politiche che favoriscano opportunità professionali e di inclusione delle donne in azienda», ha dichiarato il presidente del consiglio nazionale dell’ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca. «Bisogna, inoltre, rafforzare tutti gli strumenti che possono garantire alle lavoratrici la conciliazione tra la vita privata e la vita lavorativa. Ma c’è anche bisogno di educare al lavoro come fattore imprescindibile di indipendenza economica e di libertà», ha concluso.