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Digitale, verde, biotech e nove filiere strategiche: il Piano per il Mezzogiorno

Nove filiere strategiche da rafforzare - agroindustria, turismo, elettronica e Ict, automotive, made in Italy di qualità (che comprende la filiera della moda e quella dell'arredamento), chimica e farmaceutica, navale e cantieristica, aerospazio e ferroviario - e tre tecnologie da promuovere, decisive per affrontare con successo le sfide competitive del futuro. Sono queste le direttrici…

Nove filiere strategiche da rafforzare – agroindustria, turismo, elettronica e Ict, automotive, made in Italy di qualità (che comprende la filiera della moda e quella dell’arredamento), chimica e farmaceutica, navale e cantieristica, aerospazio e ferroviario – e tre tecnologie da promuovere, decisive per affrontare con successo le sfide competitive del futuro. Sono queste le direttrici principali del piano strategico della Zes unica del Mezzogiorno, presentato ieri a Palazzo Chigi dal ministro per gli affari europei, le politiche di coesione, il Sud e il Pnrr, Raffaele Fitto, in un incontro a cui ha preso parte anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tra i partecipanti anche i ministri competenti e i rappresentanti della Amministrazioni centrali, dell’Anci, dell’Upi e i presidenti delle Regioni del Mezzogiorno.

Cos’è la Zes

La Zona economica speciale (Zes) è un’area nella quale l’esercizio di attività economiche può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa. La Zes unica comprende le otto regioni del Mezzogiorno: Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna e supera il previgente modello decentrato delle otto Zes, limitato alle aree retroportuali. Per l’esecutivo tale modello, considerato eccessivamente parcellizzato e disomogeneo, non si è mostrato efficace per lo sviluppo delle regioni del Mezzogiorno. L’istituzione della Zes unica, frutto di un negoziato con la Commissione europea, dovrebbe costituire quindi un cambio di passo fondamentale per lo sviluppo del Mezzogiorno. Non si tratta della semplice somma delle vecchie otto Zes, chiariscono dal governo, ma di un nuovo progetto che disegna una grande area unitaria e competitiva di attrazione dell’investimento, diversificata al proprio interno da una ricchezza di specializzazioni funzionali e produttive.

Primato europeo

La Zes unica è la più grande d’Europa, identificandosi con il Mezzogiorno, che costituisce una parte importante dell’economia nazionale, con una popolazione di quasi 20 milioni di abitanti, un Pil complessivo di oltre 430 miliardi di euro, più di 6,3 milioni di occupati, oltre 1,3 milione di imprese e più di 68 miliardi di euro di merci esportate.

I vantaggi

Le imprese che operano in area Zes godono di semplificazioni amministrative e vantaggi fiscali: i progetti che rientrano nei settori strategici (come definiti dal Piano strategico) accedono ad un regime semplificato, la cosiddetta autorizzazione unica: è sufficiente presentare una sola istanza, con procedimento amministrativo semplificato e tempi molto più rapidi di quelli ordinari. In questi casi, la determinazione motivata di conclusione della conferenza di servizi può costituire variante allo strumento urbanistico e comportare la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza dell’intervento. Sono previsti strumenti fiscali agevolati destinati agli operatori che investono nell’area Zes unica, tra i quali il credito di imposta per gli investimenti in area Zes.

Gli obiettivi

Con l’adozione del Piano strategico inizia l’anno zero della Zes unica, che si dota di una strategia unitaria e di ampio respiro, pur tenendo conto delle diversità territoriali. La strategia della Zes mira a sostenere non soltanto la nascita di nuove attività produttive, ma anche la crescita e lo sviluppo di quelle esistenti. A partire da un’analisi puntuale del tessuto socio-economico del Mezzogiorno, sono state identificate le nove filiere da rafforzare. Inoltre, sono state individuate tre tecnologie da promuovere, che appaiono decisive per affrontare con successo le sfide competitive del futuro: le tecnologie digitali che possono diventare nel Mezzogiorno l’asset abilitante per la creazione di filiere produttive sostenibili e resilienti; il cleantech: il Mezzogiorno ha le potenzialità per diventare non solo un hub energetico centrale nel Mediterraneo, ma anche un vero e proprio centro manifatturiero, specializzato nella produzione delle tecnologie verdi, come fotovoltaico, eolico, idrogeno, e il biotech, per sviluppare prodotti e tecnologie innovative per la salute, come i dispositivi medici e, in generale, l’industria biotecnologica.

Le zone franche doganali

Alla struttura di missione è affidato il compito di definire le attività necessarie a promuovere l’attrattività della Zes unica per le imprese. Lo sviluppo della Zes unica richiede un coordinamento efficace dei diversi livelli di governo. Nella Zes possono essere, infine, istituite zone franche doganali, la cui perimetrazione avviene su proposta della struttura di missione, anche su iniziativa delle autorità di sistema portuale o delle regioni competenti. Le zone franche doganali possono contribuire significativamente alla competitività dei porti meridionali.

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