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Desertificazione in Puglia, perse 663 imprese nei primi tre mesi dell’anno: boom per gli acquisti online

Giù le saracinesche, giù i prezzi delle case, i servizi che si trasferiscono. Come un cancro che si mangia il territorio, la chiusura delle imprese commerciali è solo l’inizio di un processo devastante, in particolare nei piccoli Comuni. Accade anche in Puglia. La perdita di imprese Nei primi tre mesi del 2024 il comparto del…
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Giù le saracinesche, giù i prezzi delle case, i servizi che si trasferiscono. Come un cancro che si mangia il territorio, la chiusura delle imprese commerciali è solo l’inizio di un processo devastante, in particolare nei piccoli Comuni. Accade anche in Puglia.

La perdita di imprese

Nei primi tre mesi del 2024 il comparto del commercio al dettaglio ha registrato in tutto il Paese la scomparsa di 9.828 imprese, circa mille unità in più dello stesso periodo dello scorso anno. Lo evidenzia il report di Confesercenti, che ha anche scorporato i dati regionali. E la Puglia si allinea al nazionale, evidenziando un saldo negativo: se, infatti, nei primi tre mesi del 2024 sono nate 637 imprese, altre 1.300 hanno dichiarato la cessazione dell’attività, portando il dato in negativo di 663 e collocando la regione al settimo posto in Italia, dopo Campania, Lombardia, Lazio, Sicilia, Piemonte e Veneto. In negativo anche la Basilicata, dove 68 sono state le nuove iscrizioni, 187 le cessazioni, con un saldo di -119.

Il mercato dell’online

Se le vetrine scompaiono, le consegne di acquisti online, invece, fanno boom. Secondo le stime, di Confesercenti, in poco più dieci anni, sono cresciute di quasi dieci volte: erano 75 milioni circa nel 2013, quest’anno dovrebbero arrivare a 734 milioni. E anche in questa classifica, la Puglia si posiziona tra le prime 10 regioni, all’ottavo posto, con una stima di acquisti di 48.439 beni on line.

«Una tendenza sulla quale abbiamo sollecitato il ministro – spiega il presidente regionale pugliese di Confesercenti, Benny Campobasso -Al di là della tutela del ‘made in Italy’, abbiamo chiesto un intervento sull’online selvaggio, che ora è causa della desertificazione di attività in Puglia. In principio furono i grandi centri commerciali, poi sono arrivati gli acquisti sul web, la web tax che non supera il 15 per cento, e i negozi non riescono a stare al passo».

L’effetto a cascata

La chiusura delle attività commerciali provoca, a catena, altre conseguenze, che portano poi a quell’effetto desertificazione nel quale si impoveriscono numerosi Comuni, interi quartieri cittadini. «Quando vanno giù le saracinesche – spiega il presidente Campobasso – il territorio diventa poco appetibile dal punto di vista immobiliare, e quindi di conseguenza si riducono i servizi». Sportelli bancari, distributori di carburante, che preferiscono insediarsi in zone più “frequentate”.

Ad oggi, un comune pugliese su quattro non ha sportelli bancari sul proprio territorio. La regione è al di sotto della media nazionale anche per numero totale degli sportelli bancari, 24 ogni 100mila abitanti, mentre in Italia, in Italia la media è di 34 sportelli ogni 100mila abitanti. Una circostanza che, abbinata alla “morte” delle oltre mille imprese nel primo trimestre 2024, prospetta una fotografia del territorio a grave rischio desertificazione.

Le politiche necessarie

Per il presidente Confesercenti Puglia, «servono politiche serie, di recupero, che puntino a rivitalizzare Comuni e quartieri, non bandi a fondo perduto che non garantiscono la tenuta a lungo termine dell’attività. non eventi di street food o sagre. Occorre articolare norme e sostegni concreti».

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