Si torna a parlare del progetto Edison per un deposito di Gas naturale liquefatto, dopo la notizia di vittoria dell’Autorità portuale dell’Adriatico meridionale. Il Tar Lazio ha dato ragione all’Authority, autorizzando il progetto originario che prevede la costruzione del deposito a 5 metri dai binari ferroviari, contrariamente alle richieste del Consorzio Asi che imponeva una distanza minima di 30 metri.
La disputa legale
Nata in seguito alle obiezioni sollevate da Asi, che aveva adottato provvedimenti per inibire l’avvio lavori sul deposito. L’Autorità portuale ha contestato i provvedimenti, sostenendo che il Consorzio aveva agito in difetto assoluto di attribuzione con provvedimenti nulli. Il Tar ha accolto il ricorso dell’Autorità confermando la legittimità del progetto Edison. La sentenza ha evidenziato che le competenze del Consorzio sono dirette all’infrastrutturazione delle aree industriali e alla fornitura di servizi, escludendo vigilanza urbanistica ed edilizia.
La decisione
Un’importante precedente per il settore energetico e lo sviluppo infrastrutturale del porto. La vicinanza del deposito ai binari è stata ritenuta idonea dal ministero dell’Ambiente, che ha approvato la distanza di 5 metri. Il progetto di Edison prevede la realizzazione di infrastrutture necessarie per l’attracco di navi metaniere per lo scarico e il carico di Gnl e il trasferimento del prodotto liquido dal serbatoio di stoccaggio a navi e autocisterne. Il Tar ha condannato Asi al pagamento delle spese legali, pari a 2mila euro. L’esito non solo rafforza la posizione dell’Autorità portuale, ma apre la strada per la realizzazione dell’infrastruttura.
Il parere politico
Roberto Fusco, avvocato e consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, ha espresso un’interpretazione critica della recente sentenza. Secondo Fusco non avrebbe concesso un via libera incondizionato al progetto di Edison, ma avrebbe piuttosto limitato il dibattito alla questione dei poteri del Consorzio Asi. La sentenza non si è espressa sulla distanza effettiva da rispettare, lasciando tale determinazione all’Autorità Portuale. Evidenzia un aspetto della sentenza che qualifica il progetto di Edison come parte delle infrastrutture di trasporto inserite nella rete nazionale dei gasdotti, a causa del collegamento previsto tra il deposito di Brindisi e la rete gestita da Snam. Questo dettaglio è significativo perché, per tali infrastrutture, la legge richiede una Valutazione di impatto ambientale (Via), che secondo Fusco non è stata ben osservata nella procedura autorizzativa del deposito di Brindisi. Il Movimento 5 Stelle, con Cgil e associazioni ambientaliste, ha denunciato questa omissione sia al Parlamento Europeo che alla Procura. della Repubblica di Brindisi, dunque, secondo Fusco, spetta alla Procura effettuare le valutazioni necessarie sulla mancanza della Via, un passaggio cruciale per assicurare che il progetto rispetti le normative ambientali e la sicurezza dei cittadini.