«La Regione Puglia riconosca lo stato di calamità per il vitivinicolo al fine di preservare un settore che ci vede essere la prima regione per numero di aziende che operano nella produzione di vino, circa 400, e al terzo posto per quelle impegnate in attività primaria di coltivazione dell’uva, oltre 11mila». È quanto chiedono Antonio Gagliardi e Manuela Taratufolo, rispettivamente segretario generale della Flai Cgil Puglia e presidente di Alpaa Puglia, sindacato e associazione di categoria degli addetti e produttori del settore agricolo, a seguito della diffusione della peronospera, malattia che ha danneggiato irrimediabilmente i vigneti soprattutto in alcuni territori, messo a rischio l’economia e l’occupazione che ruota attorno al vitivinicolo.
Tra coltivazione di uva e produzione di vino gli addetti in Puglia sono oltre 27mila. Il settore rappresenta una delle più importanti filiere del sistema agroalimentare pugliese: nel 2022 il comparto ha fatto registrare una crescita del 10,4%, il cui valore in export si traduce quasi in 246 milioni di euro, 30 in più del 2021 e 64 in più del 2017. I mercati che maggiormente sono attirati dalle produzioni di vino Made in Italy sono Germania, Svizzera e Regno Unito. Segue una sorprendente Albania, in cui la Puglia è la prima regione d’Italia per export.
Fra le province pugliesi, Foggia è nettamente in testa per radicamento delle aziende vinicole: 144 pari al 36% del totale regionale. Seguono le province di Bari (18%) e Taranto (16%); il resto della torta è diviso più o meno equamente fra le altre province (intorno al 10%). La Puglia vanta 38 produzioni Dop, Igp e Docg.
In questo quadro estremamente positivo, permane tuttavia una scarsa redistribuzione del valore economico verso gli anelli più bassi della catena, in particolare i lavoratori agricoli impegnati nelle attività di produzione primaria. A questo si somma ora l’allarme legato alla diffusione della peronospera: soprattutto nel Foggiano, in provincia di Bari e nel Tarantino, i vigneti sono irrimediabilmente danneggiati. Ma anche nel Salento sono stati quantificati danni ingenti.
Flai Cgil e Alpaa Puglia sottolineano come, dopo la Xylella fastidiosa, la Puglia sia oggi alle prese con una «nuova pestilenza, che ha ricadute pesanti sugli operai agricoli per mancanza di giornate di lavoro nelle fasi lavorative di preparazione e raccolta del prodotto enologico, oltre che sulle aziende agricole che hanno investito e puntato tutto su produzioni di qualità non solo per poter aggredire sempre più i mercati esteri ma anche per garantire i consumi interni».