I commercianti di viale Japigia hanno abbassato le serrande dei loro esercizi in segno di protesta. Al centro della contesa con il Comune c’è la pista ciclabile a doppio senso realizzata recentemente al lato della carreggiata. Secondo i negozianti, questa avrebbe causato un danno alle vendite in quanto «i clienti preferiscono comprare altrove per non sottoporsi ai rischi, alla difficoltà di circolazione e ai blocchi stradali derivanti dal restringimento della strada». La protesta non si è limitata alle sole saracinesche: di sera il comitato spontaneo dei commercianti di viale Japigia ha anche deciso di tenere spente le insegne a oltranza. L’obiettivo è «portare l’amministrazione comunale a rivedere quanto realizzato, apportando le necessarie modifiche, al fine di non mettere in crisi le numerose famiglie che vivono esclusivamente delle attività commerciali che a causa della pista ciclabile hanno subito un crollo dei propri incassi quotidiani».
A contestare le scelte del Comune in materia di sviluppo economico ci sono anche gli esercenti di Bari Vecchia Nei giorni scorsi, infatti, è pervenuta a molte attività di ristorazione una comunicazione da parte dell’amministrazione in cui si informano i gestori dei locali che ci sono 45 giorni per adeguarsi alla nuova prescrizione della Sovrintendenza che impone l’allontanamento dei dehors dagli edifici adiacenti di 1 metro e 20 per «assicurare la più completa percezione delle cortine degli edifici».
L’associazione We are in Bari Vecchia non ci sta e ha annunciato la volontà di presentare un ricorso al Tar, per sospendere l’efficacia del provvedimento, e una mobilitazione generale. «Aldilà della motivazione discutibile per gli inutili effetti, la norma risulta inapplicabile per alcune strade (a esempio via Manfredi) in quanto la traslazione in avanti della struttura renderebbe pressoché impossibile il passaggio pedonale e il transito dei mezzi di soccorso – scrive l’associazione in una nota – In più renderebbe totalmente instabili e insicuri i paraventi che disancorati dagli edifici metterebbero così a rischio l’incolumità di chi è seduto. I dehors sarebbero inutilizzabili. Inoltre nel provvedimento compare, contrariamente a quanto previsto dal regolamento comunale, il divieto di alzare i paraventi oltre la misura di 1 metro e 20 se non in casi eccezionali».
Si tratta di un provvedimento, secondo l’associazione, penalizzante per le attività che non hanno o quasi posti a sedere all’interno «in cui il sostanziale paventato inutilizzo delle strutture esterne invernali renderebbe assai concreto il rischio di una loro chiusura definitiva. Senza dimenticare l’impatto sui livelli occupazionali garantiti dalle nostre attività».