Dal recupero alle cure: 3 tartarughe tornano in libertà dalla spiaggia di Policoro

Un’emozione indescrivibile ha accompagnato il ritorno in mare di tre esemplari di tartaruga Caretta caretta, curati presso il Centro Recupero Tartarughe Marine dell’Oasi WWF Policoro. Mariangela, Ester e Nereide, dopo un percorso di riabilitazione, hanno potuto finalmente riabbracciare il loro habitat naturale.

I salvataggi

Mariangela, una femmina adulta di 40 kg, è stata ritrovata nelle acque del Mar Grande di Taranto con problemi respiratori. Grazie alle cure del centro, è tornata in salute e ha potuto essere liberata sulla spiaggia antistante il centro visite dell’Oasi. Ester, invece, era una giovane tartaruga di età stimata tra 1 e 3 anni che aveva riportato un trauma contusivo al capo, probabilmente a causa di una collisione con un natante. Il salvataggio è avvenuto grazie alla segnalazione di un cittadino che aveva notato la tartaruga marina in difficoltà con linea di galleggiamento anomala. Dopo un lungo periodo di riabilitazione, anche lei è stata reintrodotta in mare aperto.
Nereide, il cui nome è un omaggio alla Cooperativa di piccola pesca artigianale di Policoro è stata liberata ieri sulla spiaggia antistante il centro visite dell’Oasi. La sua storia è un esempio della stretta collaborazione tra il WWF e le comunità locali per la tutela dell’ambiente marino.

La catena di aiuti

Il successo di queste liberazioni è il frutto di un lavoro di squadra che coinvolge il WWF, le istituzioni, i pescatori e i cittadini. Grazie a questa rete, è possibile intervenire tempestivamente per soccorrere le tartarughe marine in difficoltà e garantirne la sopravvivenza.

L’emergenza

Le tartarughe marine, creature affascinanti e antiche, sono sempre più minacciate dalle attività umane. Nonostante siano presenti sulla Terra da milioni di anni, queste creature si trovano ora a fronteggiare un futuro incerto a causa di una serie di fattori che ne mettono a rischio la sopravvivenza.

Le principali cause di morte sono: l’inquinamento da plastica in quanto le tartarughe spesso confondono i sacchetti di plastica con le meduse, loro alimento naturale, le catture accidentali e la degradazione dell’habitat naturale, dovuta all’erosione delle spiagge, all’inquinamento e alla costruzione di strutture turistiche.

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