Dal Gargano al Salento: boom di sagre in Puglia. Coldiretti: «Occasione per conoscere prodotti locali»

Dalle zucche alla patata dolce di Frigole, dall’olio extravergine di oliva alle marmellate bio, dal vino ai formaggi al tartufo, fino ai fiori e alle mele cotogne: oltre 500mila visitatori sono attesi nelle tante sagre che in questo ponte di Ognissanti stanno animando le piazze dei borghi pugliesi tra enogastronomia e folklore alla scoperta delle tradizioni locali della regione.

È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia, realizzata in occasione delle festività del primo novembre con il mercato di Campagna Amica che si è trasferito in una delle più grandi sagre di Ognissanti a Carpignano Salentino in provincia di Lecce. «Il cibo è centrale nelle sagre – evidenzia l’organizzazione dei coltivatori pugliesi – che rappresentano un momento conviviale alternativo che riguarda sia le località più turistiche, ma anche più spesso le aree interne meno battute dove si va a guardare, curiosare fra le bancarelle e magari anche acquistare qualcosa».

L’acquisto di un alimento direttamente dal produttore, sottolinea la Coldiretti, è anche un’occasione per conoscere non solo il prodotto, ma anche la storia, la cultura e le tradizione che racchiude dalle parole di chi ha contribuito a conservare un patrimonio che spesso non ha nulla da invidiare alle bellezze artistiche e naturali del territorio nazionale. Acquistare prodotti locali direttamente dai produttori, inoltre, è un segnale di attenzione al territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale.

La Puglia si rivela una delle mete più gettonate del turismo enogastronomico anche il primo lungo ponte d’autunno per le campagne e gli agriturismi di straordinaria bellezza, ma anche per i borghi dove si conservano le antiche tradizioni enogastronomiche rurali, incrementano la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali, dove Dop, Igp e i 311 prodotti pugliesi riconosciuti tradizionali dal Mipaaf vengono coltivati, allevati e trasformati, in quelli che rappresentano veri e propri presìdi della biodiversità.

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