Dal brindisino Giovanni Bocci un Sos alla premier: «Riporta mio figlio in Italia»

Da tre anni e mezzo non vede più il figlio Adelio, portato dalla madre in Kazakistan nell’ormai lontano 2015, nemmeno in videochiamata. E la situazione non è cambiata neppure dopo l’intervento del ministro Antonio Tajani e del sottosegretario Alfredo Mantovano. Ecco perché il brindisino Giovanni Bocci ha scelto di protestare a Roma, a pochi metri da Palazzo Chigi, con due obiettivi: sollecitare l’intervento delle istituzioni e, soprattutto, vedere suo figlio rientrare in Italia.

Bocci si è presentato ieri in piazza Colonna, dove è immediatamente finito sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine. Non gli è stato consentito di esporre cartelli o striscioni, ma il papà di Adelio è riuscito a far sentire la propria voce: «Chiedo un intervento delle istituzioni, non andrò via da qui fino a quando non sarò ricevuto dalla premier Giorgia Meloni».

Nelle scorse settimane Giovanni aveva manifestato, insieme con l’associazione Penelope, e dalla segreteria di Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro di Meloni, aveva ricevuto ampie rassicurazioni sul fatto che il governo italiano si sarebbe interessato della vicenda. «Dopo un mese, operò, non ho ricevuto alcuna risposta – aggiunge il papà di Adelio – Chiedo al governo soltanto di difendere i diritti di un padre».

Mantovano non è l’unico esponente del governo a essere interessato del caso Bocci. Nei mesi scorsi, dopo la richiesta di intervento indirizzata da Giovanni al vicepremier Antonio Tajani, il Ministero degli Esteri ha attivato l’ambasciata italiana in Kazakistan. «Sono state effettuate frequenti visite consolari presso il domicilio del bambino che abbiamo trovato sempre in buone condizioni – hanno fatto sapere dalla Farnesina – L’ultima visita si è svolta il 29 novembre a Taraz, come di consueto presso l’abitazione della madre. Il bambino è apparso vivace e attivo, a proprio agio nelle interazioni con gli adulti. Frequenta regolarmente la scuola dell’obbligo e fa sport».

Non finisce qui. A dicembre scorso, infatti, il Coordinamento internazionale delle associazioni per la tutela dei diritti dei minori (Ciatdm) ha scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, oltre che alla premier Meloni per fare in modo che Adelio rientrasse finalmente in Italia. E la presidente del Consiglio ha parlato della vicenda direttamente al presidente del Kazakistan.

A Giovanni Bocci, però, non basta. E così il papà di Adelio, assistito dall’associazione Penelope, ha deciso di scendere nuovamente in campo con un solo obiettivo: riabbracciare quel figlio sottrattogli ormai quasi nove anni fa.

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