Da vittima di bullismo a simbolo di lotta per la legalità. Francesco, ad appena 13 anni, ha pubblicato un libro nel quale ha espresso le sue teorie contro mafia, illegalità e ineguaglianza. La forza che oggi questo ragazzo, molto più maturo della sua età, ha mostrato nel suo testo, pubblicato dalla casa editrice romana “Gruppo Albatros il Filo”, proviene da un percorso che nasce nella difficoltà e termina in rivalsa. Proveniente da una famiglia che ha vissuto difficoltà economiche, il tredicenne grumese ha affrontato una brutta esperienza di vessazioni da parte di coetanei.
«Ero molto chiuso – racconta – e considerato troppo buono. Per questo mi prendevano in giro. Ho avuto delusioni e non mi sapevo difendere. Ma col tempo, e con l’aiuto dei genitori, docenti e nuovi compagni, ho capito che chi si comporta male con gli altri è il vero debole».
Amici dei momenti difficili i suoi quaderni sui quali, sin da quando aveva otto anni, ha maturato teorie, raccolte nel libro ”La mia politica”. Appassionato di scrittura, a scuola ha incontrato, studiato e approfondito, le vite di quelli che sono diventati idoli e maestri. Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e Peppino Impastato sono le figure che l’hanno affascinato, per la caparbietà di lottare contro mafia, ingiustizie e a favore dei deboli. Leggendo i loro scritti, Francesco ha affinato le teorie che, non avendo colore politico, propongono delle soluzioni universali che tutti i politici e i governi dovrebbero adottare per combattere la disuguaglianza, terreno sul quale la criminalità prospera.
«La mafia non è solo quella dei boss – spiega – ma di ogni giorno. Quando qualcuno è povero, non ha una casa o soffre, è lì che la mafia può attecchire, soprattutto nei giovani. Per questo le mie idee puntano all’aiuto dei più fragili e indifesi, per far si che non siano facile preda di mafiosi e prepotenti».
Supportato dal papà Raffaele, dalla mamma Isabella, con l’aiuto della dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Giovanni XXIII di Grumo e Binetto Amelia Capozzi e dai docenti, in particolare di italiano e di sostegno Mariella Mercurio e Mariapina Monitillo, Francesco ha iniziato una serie di incontri nelle scuole, per parlare di come, insieme, si può combattere la mafia.
«Voglio aiutare i miei coetanei a non aver paura dei criminali – fa sapere – dei bulli e dei prepotenti. E se saremo insieme nella lotta, creeremo un piccolo esercito. Come disse Borsellino: “Si deve parlare di Mafia” e io ne voglio parlare. Infatti il titolo del prossimo libro sarà : “La mafia spiegata ai miei coetanei”». Nessuna paura per questo 13enne, che devolverà una parte dei guadagni della vendita del testo ad associazioni contro la mafia e che ha già le idee chiare su cosa fare da grande: dedicarsi alla politica e studiare giurisprudenza all’università.