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Da Santiago a Martina in bici col gatto: «Voglio essere felice»

Da Santiago de Compostela a Martina Franca, ennesima tappa di un viaggio lungo – per ora - circa 20mila chilometri, in sella alla sua inseparabile bicicletta e Osiris, gatto pacioso e curiosissimo, come compagno col quale condividere un’esperienza fuori dal comune. Per offrire un punto di vista differente, libero da condizionamenti e pregiudizi di sorta…

Da Santiago de Compostela a Martina Franca, ennesima tappa di un viaggio lungo – per ora – circa 20mila chilometri, in sella alla sua inseparabile bicicletta e Osiris, gatto pacioso e curiosissimo, come compagno col quale condividere un’esperienza fuori dal comune.

Per offrire un punto di vista differente, libero da condizionamenti e pregiudizi di sorta e quindi il più possibile aperto. Marcelo, giovane nomade spagnolo, è in marcia ormai da tempo. «Ho intrapreso questo percorso perché volevo essere felice», racconta in un buon italiano che sostiene di aver appreso durante il tragitto. Una vita come tante: la casa, il lavoro, le classiche gite fuori porta. Poi il cammino di Santiago, quattro anni fa, «mi ha fatto capire che dovevo cambiare. Qualcosa è scattato nella mia testa. Sentivo che dovevo fare qualcosa di profondamente diverso per vivere come volevo e così ho lasciato tutto quello che avevo e ho proseguito il viaggio: di fatto è come se non fossi mai tornato a Madrid, la mia città d’origine. Ho rinunciato a molti beni materiali», quelli che la stragrande maggioranza del genere umano in Occidente considera essenziali, «e oggi posso dire che ne è valsa la pena. Ho tutto ciò che serve: ho la possibilità di fare un doccia, cibo e vestiti non mancano. Osiris è accanto a me (guarda il mondo da un’ampia cesta collocata sul manubrio della bici, ndc) e sta benone. La mia famiglia mi manca – ho una gran voglia di abbracciare mia madre – ma sento che devo andare avanti. Non voglio avere rimpianti: tra qualche anno non mi sveglierò una mattina pensando che avrei dovuto vivere questa avventura e non l’ho fatto. La penso così».

Il viaggio è finanziato dalla vendita dei gadget dedicati e dalla generosità delle persone, «che mi ospitano e mi offrono cibo. Per strada ho conosciuto gentilezza e bontà. Lavoro quando ne ho bisogno tenendo conto anche delle esigenze del gatto», dal quale Marcelo non si separa praticamente mai. «Io e Osiris ci siamo conosciuti per caso: l’ho trovato quando era piccolo e da allora non ci siamo più lasciati. Il profilo Instagram gato_nomada è dedicato appunto a lui».

Dalla penisola iberica in Francia e poi nel Belpaese, con incursioni in Austria e Slovenia, e infine la decisione di non perdersi le bellezze paesaggistiche e architettoniche italiane: dal nordest alla Puglia, Taranto, la capitale della Valle d’Itria, dove Ilaria e Michela Cito, le ragazze che gestiscono l’area di servizio dell’impianto Eni di Paolo Castellana in corso Italia, hanno dato a Marcelo la possibilità di piantare la tenda. Mentre Angelo, il figlio del proprietario, lo ha accolto come si fa con gli amici di vecchia data. «Martina è una città interessante – osserva il protagonista di questa avventura -. Ho avuto modo di apprezzare il centro storico con le sue abitazioni in pietra. Mi tratterrò da queste parti ancora un po’: visiterò Bari e Brindisi e mi imbarcherò per la Grecia, direzione Atene».

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