Da Capurso la lettera ai sindaci d’Italia, Grittani: «L’handicap non è nostro, sono gli altri a crearlo»

«Carissimi signori Sindaci, con questa mia, vorrei presentare il nuovo movimento “Osservando il mondo da seduto” che non deve essere visto come azione contro gli amministratori locali o contro gli uffici tecnici comunali ma come supporto di esperienza per far sì che tutti vivano senza barriere architettoniche».

Inizia così la lettera inviata ai sindaci di tutta Italia da Vito Grittani, 60enne pugliese, originario di Capurso, nel barese, ma cittadino del mondo, nel quale non trova confini e figuriamoci se accetta barriere, lui che il pianeta lo gira senza farsi frenare dalla sua disabilità.

Una vita divisa a metà

Metà della sua esistenza, dal 1991, l’ha trascorsa in sedia a rotelle a causa di una patologia. Non un dramma ma un dono, «da cattolico e credente quale sono – spiega – la ritengo una seconda nascita». Questo, per spiegare che quello a cui punta non è la compassione né il sentimentalismo ma senso di realtà perché «l’handicap dice – lo creano gli altri. Se non ci fossero ostacoli, chi è nelle mie condizioni non avrebbe alcuna difficoltà. È vero che tanto è stato fatto negli ultimi 30anni ma la strada è lunga e penso che non serva la contrapposizione, le denunce, le minacce e neanche augurare a chi, pure non ha grande senso civico e neppure rispetto, di ritrovarsi nelle nostre stesse condizioni».

La gentilezza

E anche tanto garbo, è quello con cui Grittani si pone nei confronti del problema delle barriere architettoniche e di chi può fare qualcosa per rimuoverle, sindaci e uffici tecnici dei comuni. Comincia da Bari, che tanto ama. E così al neo primo cittadino, Vito Leccese, offre uno spunto: «percorrendo corso Vittorio Emanuele dal principio, sul lato sinistro, a un certo punto lo scivolo per disabili si interrompe, ed è così da decenni. Possibile che nessuno se ne sia accorto? Sindaco, facciamo insieme una passeggiata così può rendersene conto». Lo stesso invito lo rivolge al sindaco della sua città, Michele Laricchia, per migliorare la situazione in città.

Una questione di principio

«La mia non è una battaglia personale – spiega Grittani – perché in ogni famiglia ci sono problemi. Io so badare a me stesso e so anche far valere le mie ragioni, ma penso a tante mamme di bambini con disabilità gravi che sono sopraffatte dal dolore e dalle difficoltà, la mia battaglia è per loro, è per i diritti di tutti ed è una battaglia gentile, che punta alla collaborazione e non alla contrapposizione». E così, nella sua missiva ai sindaci, Grittani, concludendo, scrive: «Crediamo che insieme si possa ancora fare tanto nell’abbattere le barriere e anche i pregiudizi a volte creati da ignoranza» e «sono certo che insieme abbatteremo tante barriere architettoniche».

“Osservando il mondo da seduto” è anche il titolo del libro di Vito Grittani, che ne racconta la vita, l’impegno e i riconoscimenti anche per la sua attività internazionale.

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