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Curati all’osservatorio di Bitetto tornano in libertà 9 animali

C’erano un Falco di palude, una poiana, un tasso, tre cuccioli di civetta, due ricci terrestri - mamma e cucciolo – e il re dei rapaci della Murgia, il Falco grillaio, tra le specie animali liberate l’altro giorno presso il Bosco di Mesola, a Cassano delle Murge, nel “Parco dei Briganti”. Dopo essere stati curati…

C’erano un Falco di palude, una poiana, un tasso, tre cuccioli di civetta, due ricci terrestri – mamma e cucciolo – e il re dei rapaci della Murgia, il Falco grillaio, tra le specie animali liberate l’altro giorno presso il Bosco di Mesola, a Cassano delle Murge, nel “Parco dei Briganti”.

Dopo essere stati curati dalle ferite e da una qualche forma di malattia presso l’Osservatorio faunistico di Bitetto che fa capo alla Regione Puglia, gli animali sono stati rimessi in libertà.- Si tratta, infatti, di specie selvatiche che devono vivere libere nei boschi, sugli altopiani delle Murge e nelle campagne, anche se spesso vengono a contatto con l’uomo ed i suoi centri abitati, come ad esempio il Falco grillaio che ama nidificare sui tetti delle case e negli anfratti dei tetti, laddove ne riscontra la possibilità. A volte, tuttavia, anche a questi bellissimi esemplari capita di ferirsi o di ammalarsi, magari sfuggendo ad un predatore più grande di loro oppure a qualche malintenzionato o di mangiare qualcosa che gli procura danni.

Spesso la bontà di chi ritrova questi animali ha proprio l’Osservatorio di Bitetto come punto di riferimento, dove gli esemplari vengono accuratamente seguiti e aiutati dopo gli interventi necessari a ripristinare la loro salute, grazie a personale esperto e attento. La fase successiva alle cure è quella più “spettacolare” perché concerne la messa in libertà degli animali, il loro ritorno nell’ambiente naturale.

L’appuntamento presso il “Parco dei Briganti” di Vito Lopane e Antonio Pietroforte non ha tradito le aspettative dei tanti curiosi, grandi e piccoli, accorsi a osservare da vicino questi bellissimi esemplari. Per ogni animale liberato, infatti, gli esperti dell’Osservatorio hanno spiegato il motivo per cui sono rimasti in custodia, le patologie riscontrate e le cure ricevute nonché preziose informazioni su cosa fare e come comportarsi nel caso in cui ci si imbatta in uno di questi animali feriti. Le informazioni sulle caratteristiche delle diverse specie, il loro habitat e il modo di vivere e procurarsi il cibo hanno completato il discorso prima della liberazione per aria o terra, a seconda della specie. Liberi nel Bosco di Mesola e nelle vicine Murge nella speranza di poter vivere a lungo dopo le cure prestate.

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