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Crisi demografica, l’addio silenzioso dei Monti Dauni. L’analisi di Geppe Inserra: «Serve una cabina di regia»

Il blog “Lettere Meridiane” torna sul tema della desertificazione demografica in Capitanata. Lo fa in riferimento ai dati Istat, ma segnalando alcune situazioni che dovrebbero far preoccupare la politica locale che invece «ha obliterato la drammatica questione dello spopolamento dei piccoli borghi, facendoli precipitare in una crisi demografica il cui esito finale non potrà che…

Il blog “Lettere Meridiane” torna sul tema della desertificazione demografica in Capitanata. Lo fa in riferimento ai dati Istat, ma segnalando alcune situazioni che dovrebbero far preoccupare la politica locale che invece «ha obliterato la drammatica questione dello spopolamento dei piccoli borghi, facendoli precipitare in una crisi demografica il cui esito finale non potrà che essere la desertificazione».

Le considerazioni

Scrive Geppe Inserra in riferimento al Subappennino daunio «Questo pezzo di territorio pugliese è stato prima trascurato, poi del tutto dimenticato, come dimostrano le clamorose evidenze statistiche che consentono una immediata comprensione del fenomeno». A corredo dell’articolo di Inserra vengono illustrate alcune mappe coropletiche, ovvero secondo il colore e l’intensità dello stesso a indicano la consistenza di un certo fenomeno nella specifica area. Inutile aggiungere che la mappa, sia pure allargata a tutta la Puglia, evidenzia come le aree demograficamente più critiche si concentrano quasi tutte in provincia di Foggia, e in modo particolare nei Monti Dauni, «con qualche sprazzo di blu anche sul Gargano (Monte Sant’Angelo, Carpino e Rignano Garganico) e nel Tavoliere (Chieuti)».

I dati

In riferimento al confronto dei numeri raccolti ed elaborati da Inserra «i dati numerici fotografano una situazione ancora più drammatica per il subappennino daunio» dove «nella top ten figurano ben nove comuni (Anzano di Puglia, Volturara Appula, San Marco la Catola, Celenza Valfortore, Castelnuovo della Daunia, Panni, Casalnuovo Monterotaro, Bovino, Sant’Agata di Puglia. Al decimo posto il solo comune che non ricade nei Monti Dauni, Rignano Garganico).

Insiste Inserra «c’è un altro dato a confermare che si tratta di un fenomeno territoriale specifico, che riguarda non l’intero territorio regionale e provinciale, ma solo l’area del Subappennino, per la quale andrebbero adottate misure specifiche: nel periodo considerato (2011-2018, ndr), la popolazione di Puglia e in Capitanata è rimasta sostanzialmente stabile, con una lievissima flessione ( meno 0,05 per la regione, meno 0,06 per la provincia di Foggia).

Indice vecchiaia

Una situazione che si rafforza prendendo in considerazione l’indice di vecchiaia, «che l’Istat calcola mettendo in relazione il numero di persone ultra 65enni residenti in un comune con quello dei giovani fino a 14 anni».

In pratica «un indice 100 significa che le due fasce di età si equivalgono, un indice 200 indica invece che gli anziani sono il doppio dei giovani. «Anche in questo caso, nelle prime dieci posizioni della classifica figurano 9 comuni subappennici (Volturara Appula, Celenza Valfortore, Motta Montecorvino, San Marco la Catola, Alberona, Rignano Garganico, Casalnuovo Monterotaro, Carlantino, Volturino) e la sola eccezione è rappresentate dal solo comune pugliese isolano, Tremiti, mentre l’indice provinciale si attesta a 148,94, inferiore a quello pugliese che è invece del 162,50». Infine, Inserra, affronta il terzo indice preso in considerazione, quello dell’esposizione demografica (o indice Idem) umero di residenti, densità di popolazione, superficie abitata e produttiva e vecchiaia della popolazione. Inutile aggiungere che nella graduatoria provinciale i primi 10 comuni a rischio ricadono tutti in Capitanata: Celle di San Vito, Panni, Sant’Agata di Puglia, Faeto, Rocchetta Sant’Antonio, Monteleone di Puglia, Orsara di Puglia, Bovino, Candela, Accadia.f.str.

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