Alla fine, il vincolo preordinato all’esproprio per quattro dei sei lotti di Bari Costa Sud è stato approvato all’unanimità dal Consiglio comunale. Ma la discussione che lo ha preceduto ha dell’incredibile, con l’opposizione pronta a votare favorevolmente una proposta firmata dal sindaco e la maggioranza che era arrivata – affermano voci di Palazzo – con un accordo interno per chiederne la sospensione. Il motivo risiede nella mancata discussione in Commissione urbanistica, guidata da Salvatore Campanelli, da parte dello stesso sindaco Decaro, che della proposta era il proponente e che, dopo due ore e mezza di Consiglio, alla fine fa mea culpa. «Sono stato (ieri, ndr) io a chiedere stamattina ai consiglieri che, se ci fosse stato bisogno, la discussione si sarebbe potuta spostare di qualche giorno – ha detto, e poi, sospirando, ha aggiunto – anche se si tratta di Pnrr».
Nulla di grave sarebbe successo se la richiesta di sospensiva fosse stata approvata. Il vincolo sarebbe stato votato nel prossimo Consiglio, magari dopo l’audizione del sindaco in Commissione per esporre i dettagli di quello che era un provvedimento “tutto tecnico”. Tuttavia, in ballo c’era «un progetto su cui l’amministrazione Decaro ha scommesso tutto», come ha dichiarato il portavoce del Movimento 5 Stelle Italo Carelli, «il punto di arrivo di un lavoro cominciato da cinque anni», come ha raccontato, ripercorrendo le tappe dal 2018, l’ex candidato sindaco del centrodestra Pasquale Di Rella. E invece di una votazione rapida e convinta, la maggioranza è stata lì lì per sgretolarsi, mettendo in scena «un balletto dalle proporzioni indecenti» e «scatenando una tempesta in un bicchiere», come lo ha descritto nitidamente il capogruppo di Fratelli d’Italia Antonio Ciaula.
Il punto di svolta di tutta la discussione è stata la “sospensione tecnica” di cinque minuti (poi durata il doppio), chiesta da Romeo Ranieri (Con) per illustrare ai colleghi della maggioranza il contenuto della delibera. Quando i consiglieri rientrano (dopo che l’opposizione ancora ha sottolineato le contraddizioni di una seduta in cui, gli unici voti da subito disponibili alla proposta del sindaco, erano proprio quelli provenienti dai banchi della minoranza), pare che l’accordo sia stato raggiunto. E così è. Qualcuno, però, ha storto il naso alla domanda se il sindaco, in quei cinque minuti diventati il doppio, abbia illustrato ciò che avrebbe dovuto fare in Commissione. Più di un paio di persone hanno raccontato semplicemente di una “spinta” data dal primo cittadino per accelerare la discussione e votare favorevolmente. Cosa che poi è, in effetti, accaduta, ponendo una pietra a quello che lo stesso Ranieri, uscito dal “conclave” in Sala Giunta, ha detto essere stato «un equivoco». «Un equivoco? – si è domandato ironicamente il consigliere leghista Pino Monaco – quello che si è consumato è qualcosa di penoso: mentre in tutta Italia si sta discutendo della necessità di rispettare le scadenze sui progetti Pnrr, qui si rischia di rallentare i lavori di 15 giorni».
Alla fine, il voto arriva, ed è unanime. Il passaggio tecnico che blocca le future edificazioni sui terreni dei lotti 2, 4, 5 e 6, può arrivare negli uffici della Ripartizione Urbanistica, il cui assessorato è lo stesso sindaco a tenere in mano. «Sento mia la responsabilità di quel che è accaduto – fa mea culpa Decaro poco prima del voto e poi, dopo aver ribadito le ragioni della bagarre – ma questo progetto non è un progetto dell’amministrazione comunale: io non mi gioco niente, è la città che si gioca tutto».