Costa Ripagnola, via libera al resort. Protestano gli ambientalisti

Si può costruire il resort fra i trulli di Costa Ripagnola. Lo ha deciso la conferenza di servizi alla Regione Puglia, dopo oltre un anno di riunioni con enti, soggetti e autorità competenti e portatori d’interesse, confermando piena efficacia e validità al primo permesso unico rilasciato nel 2019 alla ditta proponente, la Serim di Polignano a mare.

Una decisione a sorpresa dopo tre anni tribolati fra inchieste e ricorsi giudiziari e contestazioni da parte delle associazioni ambientaliste. Il progetto prevede la riqualificazione e valorizzazione dell’area Costa Ripagnola tramite recupero architettonico dei trulli a destinazione turistico-alberghiera, delle aree archeologiche e del sistema ambientale e vegetazionale e realizzazione di attrezzature per il tempo libero e la balneazione” nel Comune di Polignano a Mare.

Il riesame della procedura, a valle del dissequestro giudiziario del cantiere da parte della Procura di Bari, ha stabilito un unico paletto in capo ai proponenti. Ovvero quello di attenersi all’ordinanza dello stesso comune di Polignano a mare con cui nel 2021 fu stabilito il ripristino dei luoghi. Di qui l’aggiornamento del Paur, il provvedimento unico regionale, che acquisisce agli atti l’ordinanza e in cambio del nulla osta impone ai proponenti di risanare la lama tombata presente nell’ara, ricostruire i muretti a secco e i vialetti oltre alla piantumazione di alberi e vegetazione.

Dopodiché basterà aggiornare la licenza edilizia rilasciata all’epoca per far partire materialmente i lavori. Pienamente superata, invece, la questione della compatibilità paesaggistica prima rilasciata e poi ritirata dalla stessa regione Puglia nel 2020. Resta sub iudice, invece, la questione del parco naturale di Costa Ripagnola approvato dal consiglio regionale, ma impugnato dal governo centrale dinanzi alla Corte Costituzionale.

Il via libera regionale ha scatenato le associazioni ambientaliste, a partire dal comitato i pastori della costa, pronti ora ad intervenire per riprendere la crociata contro il resort di lusso fronte mare cominciata sin dalla presentazione del progetto. Gli ambientalisti, come si ricorderà, lo scorso giugno chiesero indagini suppletive e l’iscrizione nel registro degli indagati di tre funzionari regionali e un progettista privato contro la richiesta di archiviazione dell’inchiesta dell’albergo diffuso previsto sul litorale fra Polignano a Mare e Cozze) avanzata dalla Procura di Bari.

Il ricorso, a firma dell’avvocato Ascanio Amenduni fu presentato in base alla consulenza dell’ingegnere Francesco Ressa, del quale fu richiesto l’ascolto. Stessa richiesta, ma questa volta al giudice per le indagini preliminari in merito all’ingegnera Barbara Valenzano, la dirigente della Regione che da capo del dipartimento Ambiente chiese il riesame del procedimento autorizzativo del resort.

Ora le associazioni torneranno all’attacco con iniziative clamorose, ma anche il comune di Polignano, che nel frattempo, ha visto l’elezione di una nuova amministrazione dopo le elezioni, è pronto a scendere in campo per dare battaglia al nulla osta della Regione Puglia.

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