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Cocò, portato via da Molfetta e abbandonato in Calabria, ora ha una casa e chi lo cura a Soverato

Cocò era la mascotte di Molfetta. Randagio dal pelo chiaro e mansueto, nel Comune in provincia di Bari lo conoscevano tutti e lui ricambiava scodinzolando a chiunque gli passasse accanto. Il Comune lo aveva anche sterilizzato e microchippato 13 anni fa, per poi lasciarlo libero di passeggiare per le strade della città. Qualcuno però lo…

Cocò era la mascotte di Molfetta. Randagio dal pelo chiaro e mansueto, nel Comune in provincia di Bari lo conoscevano tutti e lui ricambiava scodinzolando a chiunque gli passasse accanto.

Il Comune lo aveva anche sterilizzato e microchippato 13 anni fa, per poi lasciarlo libero di passeggiare per le strade della città. Qualcuno però lo ha portato via e abbandonato a quasi 350 chilometri dalla Puglia. E adesso ad adottarlo è stata la presidente della Lega nazionale del cane di Soverato, in provincia di Catanzaro, che lo sta curando anche dalla leishmaniosi.

A rendere nota la storia del cane è il Comune di Molfetta, contattato un mese fa dalla Asl di Crotone che segnalava la presenza di Cocò sul proprio territorio: dal suo microchip i responsabili dell’azienda sanitaria calabrese sono riusciti a risalire alla proprietà. Il cane era nel canile di Cutro e per la prima volta in una gabbia.

È così iniziata una gara solidale tra Comune di Molfetta e Lega nazionale del cane. Ed ecco che Serena Voci, presidente della lega nazionale del cane di Soverato, ha deciso di dare una casa e prendersi cura di Cocò.

«Abbandonare un cane, un gatto o un qualsiasi altro animale da affezione è un atto di crudeltà, significa – commenta il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini – condannarlo a morte certa. E non tutti hanno la fortuna che ha avuto Cocò».

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