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Cittadella della Giustizia a Bari: c’è il sì del Consiglio di Stato

La quinta sezione del Consiglio di Stato ha respinto l’istanza cautelare presentata dal comitato di scopo “Per un parco verde alle ex casermette Capozzi e Milano” e da altre associazioni ambientaliste che si erano opposte alla sentenza del Tar Puglia che, a sua volta, aveva ritenuto inammissibile il loro ricorso contro la progettazione del nuovo…

La quinta sezione del Consiglio di Stato ha respinto l’istanza cautelare presentata dal comitato di scopo “Per un parco verde alle ex casermette Capozzi e Milano” e da altre associazioni ambientaliste che si erano opposte alla sentenza del Tar Puglia che, a sua volta, aveva ritenuto inammissibile il loro ricorso contro la progettazione del nuovo Parco della Giustizia di Bari. «Si tratta solo di una pronunzia cautelare» specifica l’avvocato Fabrizio Lofoco, che aggiunge: «I magistrati non hanno accolto la richiesta di sospensiva che avevamo presentato. La causa andrà avanti sino a quando non sarà decisa nel merito». Merito che sarà discusso in un’udienza che il Consiglio di Stato fisserà nei prossimi giorni.

Pare, inoltre, che lo stesso presidente della quinta sezione abbia espresso perplessità sulla propria competenza, affermando che sarebbe più opportuno che la materia fosse trattata da un altro collegio. «Per noi una sezione vale l’altra: sarà il presidente del Consiglio di Stato a decidere quale sia la più competente» dice Lofoco, che aggiunge: «Non è vero che il nostro ricorso è stato rigettato, cosa esatta solo per l’istanza cautelare che aveva chiesto di sospendere la sentenza del Tribunale amministrativo regionale, il quale non è mai entrato nel merito della questione e ha deciso la causa in rito, definendo il nostro ricorso inammissibile e tardivo». Quella del Tar sarebbe, per i ricorrenti, una «sentenza sbagliata perché il ricorso è invece ammissibile e tempestivo», e poi perché «è necessario entrare nel merito della questione. Perciò aspettiamo che il Consiglio di Stato fissi la relativa udienza: la battaglia è appena cominciata».

Per i ricorrenti il futuro Parco della Giustizia sarebbe illegittimo perché costruito su aree inedificabili in quanto destinate a verde di quartiere, come prevede il piano regolatore del 1976. Per ovviare a ciò sarebbe necessaria una variante urbanistica che, allo stato attuale, sembra irrealizzabile. «Il nostro ricorso – spiega Leonardo Scorza, presidente del comitato “Per un parco verde alle ex casermette Capozzi e Milano” – ha lo scopo di difendere soltanto il bene primario della salute della popolazione residente a Carrassi e nelle zone limitrofe. Non condividiamo la soluzione prospettata e ci batteremo affinché in quelle aree si realizzi un grande parco verde».

Nel frattempo è stata fissata per il prossimo 21 febbraio l’udienza, dinnanzi al Tar Puglia, per un’altra causa instaurata dal comitato di scopo, che ha proposto un ulteriore ricorso contro l’aggiudicazione dell’appalto.

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