Oggi a Bari, presso l’Hotel Villa Romanazzi Carducci, è stato conferito a Luigi Sbarra, Segretario generale della Cisl nazionale, il premio “Tina Anselmi“, istituito dalla Cisl Puglia e giunto alla III edizione. La motivazione è riferita «alla dedizione e il concreto impegno che riesce a trasmettere ogni giorno a tutta la Cisl, con l’obiettivo di renderla sempre più un sindacato moderno, responsabile e autonomo, contrattualista e partecipativo».
Alla giornata sono intervenuti Maurizio Del Conte, Università Luigi Bocconi di Milano, Sebastiano Leo, Assessore al Lavoro della Regione Puglia, Dario Iaia, Deputato della Repubblica e Giorgio Mercuri, Presidente Confcooperative Puglia.
Le parole di Sbarra
«Abbiamo intrapreso una proficua collaborazione con Maria Falcone e la sua fondazione per promuovere il radicamento ed il rafforzamento della cultura della legalità. Un impegno che la Cisl considera un dovere nei confronti di chi ha perso la vita nella guerra contro le mafie, come i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ma che rappresenta anche un elemento chiave della nostra azione sindacale pensando ai milioni di donne, uomini, e giovani ai quali dobbiamo dare la speranza di un futuro migliore». Così Luigi Sbarra concludendo l’iniziativa della Cisl Puglia svolta a Bari “Sviluppo dei territori tra lavoro, partecipazione e legalità. La Puglia risorsa del Mezzogiorno».
Le parole di Maria Falcone
«Anni fa – ha spiegato Maria Falcone nel suo intervento – ho letto una ricerca in cui diceva che se il Meridione d’Italia fosse libero da tutte le organizzazioni mafiose, avrebbe uno sviluppo del Nord se non addirittura superiore. Questa è la dimostrazione di quanto sia importante la legalità per la nostra terra, per tutto il Sud d’Italia e per la Puglia. Non vorrei però che la parola legalità venisse abusata; soprattutto in politica se ne parla spesso ritrovando fatti che dovrebbero essere estranei a qualsiasi forma di politica. La legalità è rispetto reale delle leggi, è quello che io ho predicato in questi 32 anni in tutte le scuole d’Italia. Spero che col tempo, come diceva mio fratello Giovanni, riusciremo a cambiare la società attraverso un fatto generazionale».