Nel 2023 nelle aree protette lucane sono stati prelevati 1.945 capi di cinghiale (150 esemplari nella zona di restrizione 1 e 1795 nella zona indenne) attraverso le varie tecniche di girata, selecontrollo da appostamento fisso e cattura tramite gabbie.
Il dato è stato comunicato dall’assessore all’ambiente, Cosimo Latronico, durante un convegno che si è tenuto a Marsico Nuovo, nella sede del Parco nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese.
Esperti e amministratori si sono confrontati sui temi della gestione del cinghiale in emergenza Peste suina africana. «La Basilicata ha condizioni straordinarie – ha sottolineato Latronico – per le quali dobbiamo mettere in campo soluzioni straordinarie. Stiamo lavorando da tempo con l’ufficio Parchi per cercare di dare impulso alle azioni di controllo della specie nell’alveo del nuovo quadro normativo nazionale e regionale. Tanto lavoro si è fatto e tanto altro lavoro si farà a breve, in sinergia con la nuova governance del Parco dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, con il commissario nazionale per la peste suina africana e con le direzioni generali Politiche agricole alimentari, forestali e Salute e politiche della persona. Il fenomeno è emergenziale in Basilicata perché per decenni i cinghiali si sono riprodotti nelle nostre aree protette».