L’hotel Rondò chiude definitivamente le sue porte. La struttura alberghiera in corso Alcide De Gasperi aveva già interrotto le sue attività nel 2020 a causa della pandemia e, nonostante le speranze dei residenti del quartiere, fino ad ora non aveva mai riaperto. Da quanto si è appreso, qualche giorno fa la società proprietaria della struttura (la Saigi Spa) ha comunicato direttamente a una decina di dipendenti l’intenzione di interrompere definitivamente le sue attività. Le procedure di licenziamento sarebbero iniziate nel mese di settembre. Adesso non è ancora chiaro quale sarà il destino dell’albergo con residence e cosa la Saigi Spa intenda fare con l’immobile. Il Rondò contava su uno spazio di 62 camere e sette sale per i convegni, oltre ad un servizio di residence con monolocali e bilocali dotati di angolo cottura attrezzato.
La notizia ha suscitato non poco interesse in città, dove non è la prima volta che un albergo molto conosciuto chiude mandando a casa decine di lavoratori. Lo stesso destino del Rondò è toccato ad inizio anno a una struttura come il Palace Hotel, il grande albergo di corso Vittorio Emanuele che contava 197 camere, luogo storico dove soggiornavano le celebrità di passaggio, ma soprattutto una struttura che ha sempre lavorato molto e che prima della pandemia non aveva conosciuto flessioni.
L’annuncio della chiusura ha portato con sé anche alcune riflessioni della cittadinanza, in tanti hanno commentato la vicenda sui social network, chiedendosi come sia possibile che una struttura alberghiera chiuda proprio in una città dove i dati sul turismo e le presenze hanno continuato a crescere negli ultimi anni, nonostante la pandemia. «Tutti dati positivi sul turismo per Bari e poi chiude prima l’Ambasciatori poi il Palace poi il Rondò – riflette Fabrizia Amodio – a Bari è cresciuto il turismo solo in conseguenza all’aumento di voli low-cost, non c’è altro motivo per venire in questa città. Non abbiamo turismo business, non abbiamo niente da offrire se non il mare e i prezzi bassi (tra un po’ anche questi non esisteranno più) però tutto ok. A Rimini la settimana scorsa per la fiera del turismo la città era stracolma e questa settimana c’era un’altra fiera da tutto esaurito, ecco come fanno le altre città. La regione dovrebbe offrire molti più contributi alle imprese che fanno turismo e cercare di ospitare eventi in grado di attrarre persone non solo in estate e non solo perché il volo costa poco». Per altri la responsabilità della crisi è da attribuire alla concorrenza dei bed&breakfast e delle altre strutture che fanno parte del circuito dell’extra alberghiero. «Bari e i comuni limitrofi ora come ora sono strapieni di B&b a prezzi molto convenienti e mettono a disposizione strutture molto carine, stanze ampie e pulite, servizi ottimi – scrive Betty Oreste sempre sui social».
In attesa di avere delle informazioni più precise da parte della proprietà della struttura sulle motivazioni che l’hanno spinta a chiudere definitivamente l’Hotel Rondò, i sindacati fanno sapere che proprio in queste ore sui stanno interessando alla questione, per approfondire e capire se ci possano essere delle irregolarità nei confronti dei lavoratori.