Chiude l’agenzia fotografica Luca Turi: «Con i miei scatti ho raccontato la storia»

Con le sue immagini ha documentato molti degli eventi più significativi degli ultimi sessant’anni. A Bari e non solo. Dalla guerra in Bosnia, all’arrivo della nave Vlora carica di profughi dall’Albania. Dopo anni di onorato servizio, il fotografo barese Luca Turi, fondatore dell’omonima agenzia in via Trevisani, ha deciso di cessare la sua attività e lasciare il mondo dell’informazione. E non solo per motivi anagrafici. «Fare questo mestiere al giorno d’oggi non è più possibile – spiega Luca Turi – mandare avanti un’azienda non è facile quando tutti vogliono risparmiare e non sono disposti a pagare il giusto un servizio come quello di un’agenzia fotografica che prevede di essere sempre in giro». Ma Turi è stato anche un testimone diretto del cambiamento del mondo del giornalismo e non lo risparmia da critiche e giudizi forti. «Il giornalismo ormai è quasi morto. Non si fa più come un tempo. Al giorno d’oggi viene fatto quasi esclusivamente tramite veline, comunicati e conferenze stampa. Con l’avvento delle nuove tecnologie e i telefoni cellulari si può fare quasi tutto, ma quello che si è perso è il lavoro sul campo. Le notizie si devono andare a cercare, vanno lavorate, i posti si visitano di persona e bisogna parlare con la gente». Ed è quello che Luca Turi ha sempre fatto, a partire dal 1966 quando, dopo una breve esperienza a Milano presso il quotidiano “il Giorno”, è tornato a Bari e ha fondato la sua agenzia fotografica. Tanti i ricordi e le esperienze che ha collezionato negli anni, una vita a raccontare le storie di uomini e donne in giro per l’Europa, come durante la guerra nei Balcani. «Ho visto in prima persona le fosse comuni di Mostar, dove venivano seppelliti centinaia di morti durante la guerra fratricida in Bosnia».

Importante per la sua carriera di fotoreporter è stato anche il rapporto con l’Albania, che Luca Turi ha raccontato approfonditamente nel corso degli anni. Tanto da aver ottenuto la doppia cittadinanza e il passaporto albanese. E di Durazzo Luca Turi è anche cittadino onorario. Con le sue fotografie e i viaggi nel paese Turi ha saputo raccontare il dramma della fuga della gioventù albanese verso le coste della Puglia, negli anni più difficili del paese balcanico. È dell’agenzia di Turi lo storico scatto dell’arrivo della nave Vlora nel porto di Bari, fotografia che ha fatto la storia e viene usata ancora oggi. Anni belli ma difficili durante i quali non sono mancate delle disavventure, come ricorda lo stesso Turi: «ero a Scutari al confine con il Montenegro a documentare il saccheggio di una banca da parte di un gruppo di ribelli, quando all’improvviso una parte dell’edificio perso d’assalto cadde su noi operatori. Finimmo in ospedale, in una situazione difficile perché all’epoca mancava tutto. Mi ricordo che mi misero dei punti di sutura e il Governo Italiano mandò un aereo civile a prenderci perché non era possibile far entrare velivoli militari nel paese straniero». Il testimone di questo lavoro è ora affidato ai figli di Luca Turi che dal padre hanno ereditato la passione per questo mestiere, come il figlio Lorenzo diventato anche lui un foto reporter.

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