I baresi iniziano a reagire agli imbrattamenti con scritte vandaliche che insozzano i muri di ormai tutti gli edifici. Non hanno più intenzione di starsene a guardare ma di agire. Lo stimolo a contrastare le brutture dei palazzi, soprattutto scuole, lo si deve in gran parte al lavoro dei volontari di Retake Bari. L’ultimo esempio è l’iniziativa al liceo “Bianchi Dottula” dove l’intero quartiere ha ringraziato in diversi modi volontari e studentesse impegnate nella ripitturazione e pulizia da manifesti selvaggi della facciata dell’edificio che occupa un intero isolato di corso Mazzini.
Non ovunque però è lo stesso. Ci sono zone dove il degrado regna e la gente – poca – sembra rassegnata al punto da rifiutare qualunque cambiamento in positivo. Sembra non voler reagire ritenendo tutto inutile. E a volte si aggiungono pure istituzioni ed enti.
Accade a Carbonara. Qui i volontari di Retake, in azione da mesi come per ogni loro progetto di ripitturazione di una facciata di un edificio pubblico in quanto scrivono per richiedere incontri, proporre e confrontarsi, preparano progetti sottoscritti da architetti, chiedono permessi a vari Uffici, pagano e applicano marche da bollo, si “armano” di pazienza e soprattutto tanta buona volontà nel voler cambiare in meglio una città che appare sempre più abbandonata e alla mercé di vandali o di chi preferisce trasgredire ogni tipo di regola.
A sostenere cittadini volontari pronti al cambiamento possibile e in meglio ci sono sempre più residenti in fermento. Ad ostacolarli ci sarebbe la burocrazia che sta allungando tempi e decisioni contro ogni previsione ed esperienza pregressa. Il prossimo progetto da realizzare è il rifacimento della scuola d’infanzia e primaria “Diaz”, in via Veneto. Situata nel palazzo dove prima sorgeva l’ex convento degli Agostiniani Scalzi, poi affidato ai Minori Conventuali, e dal 1866 sede dell’allora Comune di Carbonara e oggi del Municipio 4 e della scuola, l’edificio è vincolato dalla Soprintendenza che ha rilasciato i permessi necessari per la ripitturazione.
Forte dell’esperienza acquisita in 5 anni di volontariato, Retake chiede che venga ripulita tutta la zona circostante affinché l’intervento sulla scuola non vada vanificato. Le palazzine private ed una chiesetta potrebbero restare imbruttite e danneggiate, così come appaiono ora, dalle scritte vandaliche. La vicina chiesetta di Sant’Agostino, risalente al XVI secolo, ora sede della Parrocchia Santa Maria del Fonte, se ripulita, risplenderebbe con le sue pietre bianche esterne libere da scritte insignificanti, inutili o volgari realizzare con spray da ignoti.
«Ci siamo imbattuti in uno stupro di memoria – riferisce il portavoce di Retake, Fabrizio Millone – Da mesi è partita una corsa ad ostacoli per ripitturare insieme sia la scuola che la chiesetta. Abbiamo incontrato l’ostilità di alcuni privati che non vogliono alcun intervento di ripristino. Per un edifico ci siamo trovati a confrontarci con il Fondo edifici di culto (Fec) da cui attendiamo risposte che non arrivano».
L’ente in questione è del Ministero dell’Interno, istituito per gestire il patrimonio che deriva dalle leggi della seconda metà del 1800 con le quali lo Stato italiano soppresse alcuni enti ecclesiastici e proprietario della chiesetta.
Già in passato alcuni cittadini hanno inviato richieste per il recupero, fatto sopralluoghi con la Soprintendenza e inviato relazioni al Fec, soprattutto quando il portone è stato bruciato più volte e rifatto a spese degli stessi cittadini. Hanno iniziato a restaurare i quadri partecipando a bandi regionali e con l’aiuto di donazioni. Ma il Fec sembra non partecipare più di tanto.
Retake chiede aiuto affinché si possa intervenire su tutto e in tempi brevi. L’intero isolato ne guadagnerebbe in meglio. Con scuola e chiesetta rimesse a nuovo, sarebbe un esempio di rinascita e “lotta” pacifica contro il vandalismo.