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«Chiarezza su Baritech»: gli operai chiedono l’intervento di Decaro e Bellomo

C’è sconforto ma non rassegnazione tra le decine di lavoratori Baritech che hanno portato la loro protesta davanti al Teatro Kursaal Santalucia di Bari, ieri nel corso dell’assemblea annuale di Confindustria Bari. Non hanno voglia di arrendersi ma neanche di stare zitti, sono in tanti a voler intervenire nei capannelli che ciclicamente si creano, soprattutto…
(foto di Andrea De Vecchis)

C’è sconforto ma non rassegnazione tra le decine di lavoratori Baritech che hanno portato la loro protesta davanti al Teatro Kursaal Santalucia di Bari, ieri nel corso dell’assemblea annuale di Confindustria Bari. Non hanno voglia di arrendersi ma neanche di stare zitti, sono in tanti a voler intervenire nei capannelli che ciclicamente si creano, soprattutto all’arrivo del sindaco di Bari, Antonio Decaro. «Basta guardarsi intorno proprio ora – esordisce il primo – per rendersi conto che qui ci sono lavoratori di esperienza, gente che ha superato i 50 anni e che difficilmente riuscirebbe a ricollocarsi, secondo le proprie qualifiche». Ed è questa la preoccupazione, il prossimo 31 dicembre scadrà la cassa integrazione e la Baritech ha già fatto sapere che non rinnoverà la richiesta e quindi non ci sarà proroga. Una ghigliottina per 116 lavoratori che, se non ci sarà un nuovo progetto imprenditoriale, dal 1° gennaio 2023 cominceranno l’anno nella maniera peggiore.

Tante le storie: «C’è chi ha i figli all’università, chi ha ancora il mutuo da pagare e chi è ancora troppo giovane per la pensione ma troppo anziano per un nuovo lavoro e non sa come fare». Qualcuno individua responsabilità anche nei rappresentanti sindacali: «Le Rsu avrebbero dovuto vigilare. Quando ci siamo impegnati senza sosta, durante la pandemia, per realizzare una parte per le mascherine, qualcuno avrebbe dovuto fermarci e approfondire le intenzioni future». Quello che più fa rabbia ai lavoratori sono le cifre da capogiro che sono state raccolte dalla proprietà grazie alla commessa nazionale da 46 milioni di euro. «Dov’erano le istituzioni quando avrebbero dovuto verificare a chi stavano dando questa montagna di soldi? Chi si prenderà la responsabilità di questo disastro?». Infine, un altro aggiunge: «Ci avevano prospettato nuovi ingaggi, dalle batterie ai pali della luce, ma si è rivelato tutto falso. Ora puntano a vendere lo stabilimento e sparire. Giovedì saremo in Prefettura perché è giusto mettere al corrente anche dei casi più disperati, non vorremmo che qualcuno faccia una sciocchezza».

Oggi in Comune e domani in Prefettura la protesta continua, prima della riunione decisiva di venerdì con la task force regionale sull’occupazione, guidata da Leo Caroli, alla quale Baritech ha già fatto sapere che non parteciperà con i vertici aziendali ma con un incaricato che relazionerà sullo stato delle trattative. Pino Anaclerio, segretario Femca Cisl Bari, ha cerchiato in rosso la data: «Arrivati a questo punto è il momento di scoprire le carte, questi lavoratori meritano rispetto per quanto hanno dato anche alla comunità facendo il loro lavoro nel momento più duro, quello del Covid. Ringraziamo il presidente Caroli per quanto ha fatto ma ora vogliamo sapere con chiarezza cosa succederà a 116 persone e alle loro famiglie. Se la trattativa è saltata definitivamente è giusto saperlo, solo così potremo lavorare su altre soluzioni». La segretaria generale Cgil Bari, Gigia Bucci, sottolinea il valore professionale dei lavoratori: «In un momento storico così sfidante per il nostro territorio, con grandi disponibilità di risorse grazie al Pnrr, questi lavoratori possono essere valore aggiunto per qualsiasi impresa. Loro non chiedono sussidi o cassa integrazione, vogliono solo tornare a lavorare».

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