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Cheryl e Lauren, americane a Vico del Gargano sulle tracce degli avi

L'autunno è la stagione del turismo esperienziale ed è facile imbattersi in visitatori che pongono domande alla scoperta di nuove e interessanti storie. Cheryl e Lauren Thompson, mamma e figlia, facce da straniere, sono in giro per Vico del Gargano. Mi incuriosiscono. Salve, vi piace il nostro paese? «Sì, tantissimo! Ma c’è anche altro da…

L’autunno è la stagione del turismo esperienziale ed è facile imbattersi in visitatori che pongono domande alla scoperta di nuove e interessanti storie. Cheryl e Lauren Thompson, mamma e figlia, facce da straniere, sono in giro per Vico del Gargano. Mi incuriosiscono.

Salve, vi piace il nostro paese?

«Sì, tantissimo! Ma c’è anche altro da raccontare. Mio nonno, Giuseppe Apruzzese, è nato nel 1893 ed è emigrato in America all’età di 16 anni. Ci ha raccontato storie del suo paese, sulla collina che si affaccia sul mare Adriatico, chiamato Vico del Gargano. Suo figlio Michael, mio padre, si è sempre pentito di non essere mai andato in Italia a vedere il paese di suo padre».

Quindi siete vichese-italo-americana?

«Certamente! Infatti un anno dopo la morte di mio padre, sono venuta in Italia per vedere mia figlia, che due anni fa si è trasferita vicino Genova con il marito italiano. Con lei siamo venute sul Gargano, a Vico, famoso per la produzione di olio d’oliva».

Quindi un ritorno alle origini?

«Siamo andate in giro per tutto il paese alla ricerca dei miei avi. Mia figlia parla bene l’italiano e così è stato più facile ricevere informazioni. Le parole non possono esprimere la sensazione di trovarsi nell’antico borgo di mio nonno. Ho indossato il cappello preferito di mio padre ed ho avvertito il suo spirito mentre camminavo lungo le tortuose strade di ciottoli della città d’infanzia di mio nonno. Volevo immergermi nella sensazione di storia, tradizione ed eredità.

Ho trovato il piccolo appartamento dove è nato mio nonno e ho immaginato i suoi genitori e i loro tre figli, Giuseppe, Vincenzo e Pasquale, che abitavano nel bilocale. Ho acceso candele per mio padre e mio nonno nella chiesa dove credevamo fosse stato battezzato mio nonno. Siamo scese fino all’antica fontana sorgiva circondata dai boschi».

Tanti ricordi e tante immagini…

«Ho immaginato mio nonno e i suoi fratelli che raccoglievano l’acqua per la famiglia, probabilmente portandola su per la collina con un asino. Ho fatto scorrere le dita sulle piastrelle del pozzo dove la mia bisnonna ha lavato i panni a mano…».

…Sta scavando nei meandri della memoria in maniera eccellente. Continui, l’ascolto.

«La città vecchia, all’esterno, sembrava essere la stessa di quando vi abitava mio nonno. All’interno delle mura in pietra del castello, gli edifici hanno mantenuto la loro integrità storica, mentre ho notato moderni rinnovamenti. La maggior parte è stata trasformata in residenze private o B&B. Caffè, negozi e chiese fiancheggiano le strade strette».

Ma non ci ha detto tutto dei suoi avi.

«Mio nonno lavorò nelle miniere di carbone, ha combattuto nella Grande Guerra, poi divenne stuccatore a Cleveland, Ohio, dove conobbe mia nonna siciliana e nacquero mio padre e mia zia. Negli anni successivi la famiglia si trasferì nella valle fuori Los Angeles, dove il nonno costruì un ranch di fichi, prugne e ulivi. Era la mia prima casa. Dove le sue storie di Vico sono state piantate e sono cresciute nel mio cuore e nella mia anima. Guardando oltre gli uliveti verso il mare, inalando un profumo di agrumi e ascoltando la lingua dei miei antenati, ho sentito un ritorno a casa. Mio nonno ha vissuto fino a 90 anni. Mio padre fino a 97 anni».

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