«La centrale Enel di Cerano a Brindisi chiuderà nel 2025. È una buona notizia per l’ambiente, per la decarbonizzazione della Puglia ma è una notizia pesantissima per tutti i lavoratori della centrale e soprattutto per il tessuto economico della città che già soffre del diminuito peso di quanto gira intorno alla centrale». Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, durante un incontro sulla questione della centrale Enel “Federico II” di Cerano a Brindisi che si è svolto oggi alla presenza dell’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, della direttora del Dipartimento regionale Sviluppo economico, Gianna Elisa Berlingerio, del sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna, dei rappresentanti del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), dell’Enel, dell’Autorità portuale e delle parti sociali.
La Regione, annuncia Emiliano, ha chiesto Enel «di reindustrializzare il sito con altre attività che sostituiscano almeno in parte l’importanza economica che questa grande centrale ha svolto in questi 40 anni. Il prezzo pagato dai brindisini in termini di salute e ambiente in questi 40 anni è troppo alto perché Enel si limiti a chiudere la centrale: bisognerà fare molto di più e in questo c’è l’impegno mio personale e della Regione Puglia», ha concluso.
Con l’imminente chiusura della centrale, aggiunge Delli Noci, «abbiamo voluto convocare tutti gli attori coinvolti per rappresentare a Enel di certo le nostre preoccupazioni legate alla perdita dei numerosi posti di lavoro diretti e indiretti e agli effetti che la chiusura della centrale comporterà per il Porto e per le aziende della zona industriale di Brindisi, ma anche per sottolineare un punto di partenza indispensabile e condiviso: la reindustrializzazione di Brindisi di cui Enel deve farsi carico, la necessità di generare un piano industriale specifico dell’area in grado di diversificare e non mettere a repentaglio i posti di lavoro».
L’incontro di oggi, prosegue l’assessore regionale allo Sviluppo economico, «intende tracciare un percorso comune finalizzato a ipotizzare scenari di investimento da insediare nel territorio di Brindisi. Aspettiamo che Enel, un’azienda in salute e la più grande multinazionale del Paese, nonché attore protagonista in questo processo, ci fornisca in tempi ridotti un piano industriale, delle progettualità che coinvolgano l’area brindisina di cui, nel piano industriale presentato, non c’è traccia. Puntare sulla produzione di dispositivi energetici potrebbe essere una soluzione che la Regione Puglia potrebbe sostenere».