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Cattolici e ortodossi in preghiera per la pace a Bari, Zuppi: «Le lacrime ucraine sono anche le nostre» – VIDEO

Tra i banchi della Basilica di San Nicola, centinaia di fedeli hanno pregato, ieri sera, per chiedere la pace e la fine della guerra in Ucraina. Tra la folla, le differenze religiose paiono non contare: i cattolici si confondono con gli ortodossi e questi ultimi, non solo ucraini anche russi, chiudono gli occhi, piangono, invocano…

Tra i banchi della Basilica di San Nicola, centinaia di fedeli hanno pregato, ieri sera, per chiedere la pace e la fine della guerra in Ucraina. Tra la folla, le differenze religiose paiono non contare: i cattolici si confondono con gli ortodossi e questi ultimi, non solo ucraini anche russi, chiudono gli occhi, piangono, invocano l’aiuto di Dio. Ma il momento più toccante è nella Cripta di San Nicola, dove i vescovi e i rappresentanti delle Chiese ortodosse hanno pregato il Santo di Myra, prima in una preghiera silenziosa, poi in una collettiva. Perché, dice il cardinale Zuppi, «se gli ucraini non hanno pace, noi non abbiamo pace».

Questo è stato il pellegrinaggio della pace che ha visto la Basilica di Bari protagonista. Un momento di forte riflessione e preghiera, a cui hanno partecipato i vescovi cattolici, guidati dal presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), Matteo Zuppi, dall’arcivescovo di Bari Giuseppe Satriano, e i rappresentanti delle Chiese ortodosse. La cerimonia si apre con il dono, da parte del priore della Basilica, padre Giovanni Distante a monsignor Zuppi, del dono della manna pura che sgorga dalla tomba di San Nicola.

Prendono parte alla preghiera anche le istituzioni politiche, tra cui il sindaco di Bari Antonio Decaro, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano (che arriva un po’ più in ritardo) e il sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti. «Questa deve essere – afferma Rauti – una preghiera per far cessare tutte le guerre e che ci fa ricordare che il nostro dovere è difendere la pace. Quella contro l’Ucraina – conclude la senatrice – è una guerra immotivata, insensata, in cui la sovranità di un Paese è stata violata». L’intervento del vescovo Satriano si concentra sulla speranza che si realizzi «il sogno originario di Dio: che tutti gli uomini si riconoscano fratelli». Un primo momento di commozione è la lettura, da parte del vescovo, della lettera di Onofrio, metropolita di Kiev e primate della Chiesa ortodossa d’Ucraina. «Non possiamo partecipare – dice il metropolita ucraino – per via delle tensioni tra Stato e Chiesa, ma siamo uniti nella preghiera».

Le parole di Zuppi, dopo la lettura del Vangelo, sono un continuo ricordare le ferite inflitte dal conflitto. Esprime vicinanza al popolo ucraino, il presidente della Cei, lanciando un forte monito: «Le lacrime degli Ucraini sono le nostre: Se lì c’è la guerra – prosegue il cardinale – nemmeno qui c’è la pace». La Basilica “gela” quando il cardinale invoca la terribile immagine della donna incinta rimasta uccisa, assieme al suo feto, a Mariupol. «Questa è la guerra – conclude il presidente della Cei – essa distrugge tutto, perfino gli ospedali. Uccide di freddo, di scuole distrutte, di disperazione».

Nella Cripta, il canto a San Nicola, intonato dai domenicani e dai vescovi delle Chiese, immerge in un tempo altro, diverso, in cui i confini cessano di esistere per un istante. Un’utopia, forse una speranza, di cui Bari si è però resa protagonista.

Video di Andrea De Vecchis

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