Sono due gli esposti indirizzati alla procura ionica per il singolare evento che si è verificato la mattina del 6 novembre scorso, quando in contemporanea più quartieri della città sono stati invasi da cattivi odori. Secondo i primi rilievi degli esperti di Arpa, si è trattato di una combinazione di eventi più unica che rara, supportata da un vento sfavorevole.
Nell’arco di poche ore diversi episodi di carattere ambientale si sarebbero verificati: movimento di carburanti nei moli del Chiapparo, scarico di idrocarburi al porto, il riavvio dell’altoforno 4 nell’ex Ilva e la rottura di un tubo di gas tra corso Italia e viale Magna Grecia. In alcune zone della città si avvertiva odore di uova marce, in altre di gas.
L’altro ieri l’Arpa ha inviato al Comune una nuova dettagliata relazione di nove pagine, cercando di ricostruire la movimentata giornata che ha mandato in tilt il sito dell’agenzia ambientale, dove sono piovute centinaia di segnalazioni. Le centraline, tuttavia, non sono riuscite a rilevare concentrazioni di sostanze pericolose tali da far scattare un allarme e sopratutto dare un nome al o ai colpevoli.
Gli esposti
E ora, come detto, fioccano denunce ed esposti per far luce su quello che sta accadendo ai danni di nasi e polmoni dei tarantini. L’attivista Luciano Manna di Veraleaks annuncia il deposito di una denuncia in procura e punta il dito contro l’acciaieria. «Chiederemo ai pm di indagare anche sugli altri episodi di emissioni dall’altoforno avvenute nei giorni successivi e sull’esplosione al convertitore, evento che ha inquinato ed avvelenato la nostra terra», dice.
Anche il segretario cittadino del Pli Mirko Maiorino comunica di aver depositato un esposto formale riguardo alla fortissima puzza di gas avvertita in città lo scorso 6 novembre. «Sono trascorsi dieci giorni e i tarantini non hanno ricevuto una sola informazione chiara, puntuale, verificata. Nessuna spiegazione sui potenziali rischi a cui siamo stati esposti, nessuna reale assunzione di responsabilità», spiega. Per Maiorino, «se davvero esiste un piano di emergenza, questa è la prova evidente che non funziona. Alcune scuole sono state evacuate e altre no. E la popolazione è rimasta in balia dell’incertezza. L’unica indicazione fornita dall’assessora all’Ambiente, Fulvia Gravame, è stata quella di chiudere le finestre».
Per Maiorino, «è mancata una vera valutazione dei rischi per i cittadini, per gli studenti, per le famiglie. È inconcepibile che in una città che convive con problemi ambientali strutturali, non arrivino risposte chiare». Con l’esposto chiede che sia fatta luce su questo evento gravissimo e che siano accertate le responsabilità.