Casa dello studente a Matera, i lavori sono fermi: è emergenza alloggi

Un’odissea che sembra non avere termine: parliamo della casa dello studente a Matera, i cui lavori non partono nonostante siano attesi da anni. Un’opera fondamentale per dare maggiore attrattività all’Unibas e per garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti. Le residenze non sono solo un luogo dove dormire, ma rappresentano un vero e proprio polo di aggregazione e di crescita culturale. Sul tema è intervenuto nuovamente il sindaco, Domenico Bennardi, riproponendo l’attenzione sui ritardi nella realizzazione dello studentato, con i cantieri fermi ormai da mesi.

L’affondo

«Ci auguriamo vivamente che si rispettino gli impegni perché Matera è ormai una città universitaria internazionale, ma al contempo anche una meta turistica mondiale. Due aspetti positivi che ci inorgogliscono, ma possono confliggere. Perché da una parte ci sono i proprietari di alloggi, che spesso tendono legittimamente a massimizzare i profitti con il turismo, rendendoli inaccessibili alle tasche degli studenti; dall’altra i tanti ragazzi che si vorrebbero iscrivere alle facoltà universitarie attive su Matera, ma non possono viaggiare da pendolari perché lontani. In questa situazione di impasse la disponibilità di uno studentato sarebbe provvidenziale. L’emergenza alloggi universitari è esplosa ormai in tutta Italia, soprattutto nelle città turistiche e culturali come Firenze, Bologna e Roma».

Sos alla Regione

Poi l’affondo alla politica regionale, con il suggerimento di occuparsi da vicino della questione universitaria: «Ritengo che in fase di costituzione della prossima Giunta regionale, sarebbe opportuno prevedere una delega all’università, in grado di affrontare in modo strutturale problemi e necessità diversificati dell’ateneo tra Matera e Potenza. La mia preoccupazione – termina il primo cittadino materano – nasce anche dal fatto che una città come Matera dovrebbe essere in grado di offrire più alloggi agli studenti, come condizione indispensabile anche per la sopravvivenza stessa delle sue facoltà universitarie».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version