Situazione esplosiva nel carcere «Borgo San Nicola» di Lecce che sta vivendo il momento più drammatico della sua storia a causa del sovraffollamento.
Nella struttura ci sono 1400 detenuti a fronte di meno di 800 posti, con una gravissima carenza di poliziotti penitenziari, e nei giorni scorsi ci sono stati due suicidi. Ieri, il deputato leccese del Partito democratico, Claudio Stefanazzi, ha visitato la struttura, mentre fuori associazioni e volontari hanno manifestato la loro «vicinanza ai detenuti e alle detenute, alla polizia penitenziaria, al personale e alla direzione, perché non si può più tacere, il carcere riguarda tutti».
Il sovraffollamento
«Ho visitato ieri, per l’ennesima volta, il carcere di Lecce. Dalla mia ultima visita il ministero ha finanziato alcuni lavori di adeguamento strutturale tesi a limitare le infiltrazioni e la conseguente umidità. Il carcere rimane affollato oltre ogni ragionevole possibilità. Le celle sono nella stragrande maggioranza dei casi triple e questo rende la vivibilità molto difficile. Il personale e gli operatori sono al limite delle forze, essendo anche loro ampiamente sotto organico. La miscela è esplosiva e in questo clima non può sorprendere che, meno di 48 ore fa, si sia verificato l’ennesimo suicidio», spiega Stefanazzi.
La richiesta
«Il ministero sembra completamente sordo alle richieste che provengono da direzione e guardie carcerarie e continua a destinare a Lecce detenuti, senza aumentare l’organico degli operatori. Senza un intervento strutturale e senza una diminuzione della pressione del numero di detenuti il carcere è a rischio implosione», evidenzia il deputato. Stefanazzi fa sapere di aver chiesto all’Asl di Lecce personale medico e paramedico, con specifico riferimento a quello psichiatrico. «Mi sono altresì impegnato a verificare la possibilità che alcuni detenuti che già si occupano di assistenza ad altri detenuti, possano frequentare un corso di Oss, in modo da conseguire un titolo spendibile una volta liberi», conclude Stefanazzi.










