Un cantiere da 20milioni di euro, un lungomare che, stando alle parole del sindaco, sarebbe diventato “il più bello dell’Adriatico”. A distanza di anni, però, il progetto del lungomare di San Girolamo-Fesca continua a essere pronto per metà. Con tutto ciò che questo implica per i residenti, che non possono usufruire di un lungo tratto del litorale, e per gli esercizi commerciali di Fesca, che a causa dei cambiamenti legati alla viabilità hanno visto i propri introiti diminuire drasticamente.
A percorre il lungomare a nord del capoluogo, di Bari emerge la fotografia di una città spezzata a metà, in cui il rapporto col mare continua a essere un privilegio per pochi. E così, mentre a Pane e Pomodoro, ma anche a Santo Spirito e Palese, la gente comincia a riversarsi sulle spiagge, la maxi-opera che avrebbe consentito di riqualificare il lungomare dei quartieri a nord della città continua a essere incompiuta, in particolar modo nel tratto di Fesca. La spiaggia è sempre stata frequentata dai residenti e, da progetto, sarebbe dovuta essere ricoperta di sabbia, in modo da consentire ai bagnanti di usufruire del mare. Cosa che non è mai avvenuta. Anzi, se prima della cantierizzazione il posto era frequentato da quanti abitano vicino, costoro sono oggi costretti a spostarsi a San Girolamo (dove il progetto è stato in parte realizzato, nonostante il mare continui a “mangiarsi” la spiaggia), o al Canalone. «I residenti – spiega il consigliere del Municipio 3 Giuseppe Catalano (Movimento5Stelle) – continuano a chiederci quando potranno ricominciare a frequentare il mare, il “loro” mare. Ma per adesso rimane solo un sogno». All’origine dello stop ai lavori potrebbero esserci, stando ad alcuni esperti, errori di valutazione progettuale legati allo studio delle correnti e al posizionamento dei frangiflutti, interni ed esterni. In questo tratto di litorale, poi, hanno sede due storici esercizi di bar, il cui flusso di clienti è calato drasticamente da quando l’apertura del cantiere ha comportato modifiche alla viabilità. «Gli esercenti – prosegue Catalano – sono ridotti al lastrico perché capitava spesso, prima, che la gente del rione, ma anche del San Paolo, si fermasse ai bar. Oggi tutto ciò non avviene più e non sappiamo, a questo punto, quando potrà riaccadere».
Grande è, dunque, la confusione sotto il cielo in questo tratto del litorale. Tra i residenti c’è anche chi avanza qualche soluzione, per esempio recuperare la sabbia dal vicino Canalone. Ipotesi difficile da realizzare, a differenza, invece, di quanto lo stesso consigliere a 5Stelle ha proposto all’Amministrazione. «Ho chiesto a Galasso – ha raccontato Catalano – se fosse possibile realizzare qui dei pontili per consentire di fare il bagno, come accade a Pane e Pomodoro e Torre Quetta. Ma non ho mai ricevuto un riscontro soddisfacente». Nel frattempo, le correnti hanno autonomamente depositato della sabbia sul tratto di Fesca, consegnando, all’apparenza, l’idea di una spiaggia utilizzabile. «Sembra che qualcuno da lassù – commenta ironicamente Catalano – stia iniziando a fare il lavoro che a tutt’oggi l’amministrazione Decaro non ha ancora compiuto».