Cannabis light, associazioni protestano a Bari: «Sbagliato equipararla a quella con Thc»

Si inizia scendendo in piazza Diaz a Bari, ma il flash mob organizzato da Più Europa, Generazione urbana e Sinistra italiana è solo la punta dell’iceberg di un’azione di protesta contro l’equiparazione della cannabis light con quella con Thc. Un dissenso contro il decreto legge Sicurezza, che ha inserito nel tabellario, tra le sostanze stupefacenti, il Cbd che, se la legge passasse, potrebbe essere acquistato solo in farmacia e con prescrizione. «Come Più Europa Bari – fa sapere Claudio Altini – insieme ai ragazzi di Generazione urbana e Sinistra italiana Bari abbiamo voluto manifestare contro il decreto Sicurezza che distruggerà un intero sistema produttivo, mandando a casa (a spese dello Stato) più di 15mila famiglie. Solo per un capriccio dell’attuale governo».

Il settore

L’inclusione del Cbd (cannabidiolo) nella tabella delle sostanze stupefacenti ha suscitato preoccupazioni significative tra i produttori e i lavoratori del settore della canapa, che conta circa 11mila lavoratori e 3mila imprese in Italia. La protesta si basa sull’argomento che la canapa non è una sostanza stupefacente e che il divieto di produzione e commercializzazione danneggerà un settore in crescita, che spazia dalla cosmesi alla bioedilizia.

«Non si tratta solo di cannabis – spiega Altini- ma di tutti quei prodotti che verranno messi al bando per una presa di posizione ideologica. Parliamo di prodotti gastronomici, del comparto del benessere e della bellezza, ma anche dell’edilizia. La canapa infatti è utilizzata anche per produrre mattoni nella bioedilizia, per l’alto valore isolante»

Le mafie

La preoccupazione delle associazioni è che il mercato, se non regolarizzato dallo Stato, possa andare ancor più a foraggiare la criminalità organizzata. «Il mercato della cannabis light – dice Altini – che comprende prodotti a basso contenuto di Thc attualmente è sotto il controllo delle mafie, con un fatturato di circa 7 miliardi di euro. Legalizzare e regolare questo mercato potrebbe portare benefici economici e ridurre l’influenza criminale. L’argomento è sostenuto da studi che dimostrano che il proibizionismo ha solo avvantaggiato le organizzazioni mafiose, mentre l’uso di cannabis tra gli adolescenti è in calo, suggerendo una diminuzione dell’attrattiva dell’illegalità».

Legislazione europea

La protesta si oppone anche a quello che viene visto come un provvedimento isolato rispetto al contesto europeo, dove la commercializzazione del Cbd non può essere vietata. «Questo provvedimento – dichiara Altini – porta a una situazione in cui i produttori italiani potrebbero essere costretti a importare prodotti dall’estero, mentre non potranno vendere i loro prodotti sul mercato nazionale». A settembre, il decreto sarà discusso nuovamente in entrambe le Camere del Parlamento, e gli organizzatori della protesta intendono promuovere un dibattito con esperti e politici.

«Prossimo appuntamento a settembre – conclude -quando verrà discusso da entrambe le Camere il decreto. Organizzeremo un evento con dibattito con Antonella Soldo di “Meglio legale”, un rappresentante di “Cannabis medical center”, l’ospedale privato che riguarda la cannabis medica per spiegare gli effetti benefici sulla salute e Riccardo Maggi, segretario nazionale di Più Europa. Vogliamo interpellare un parlamentare tedesco, per spiegare l’iter per arrivare all’approvazione della legalizzazione intrapreso in Germania».

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