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Campi Flegrei, dalla Basilicata: «In caso di bisogno pronti ad accogliere 11.500 residenti a Bagnoli»

«Seguiamo con attenzione l’evolversi della situazione e, in caso di bisogno, la Basilicata è pronta a fare la propria parte per il trasferimento e l’accoglienza della popolazione del quartiere Bagnoli di Napoli». È quanto dichiara il dirigente della Protezione civile della Regione Basilicata, Giovanni Di Bello, commentando i terremoti che stanno interessando la zona dei…

«Seguiamo con attenzione l’evolversi della situazione e, in caso di bisogno, la Basilicata è pronta a fare la propria parte per il trasferimento e l’accoglienza della popolazione del quartiere Bagnoli di Napoli». È quanto dichiara il dirigente della Protezione civile della Regione Basilicata, Giovanni Di Bello, commentando i terremoti che stanno interessando la zona dei Campi Flegrei.

Attualmente il livello di attenzione è di “allerta gialla” «cui corrisponde la fase operativa di attenzione», spiega Di Bello.

«La pianificazione nazionale di protezione civile – aggiunge – ha definito nell’area più prossima alla “caldera” del vulcano, una zona rossa, più esposta al grave pericolo di invasione di flussi piroclastici, in cui risiedono circa 500mila abitanti; e una zona gialla, comunque esposta alla significativa ricaduta di ceneri vulcaniche, in cui risiedono oltre 800mila abitanti. Per la zona rossa – prosegue il dirigente della protezione civile lucana -, la strategia di intervento prevede, in caso di allerta, l’allontanamento cautelativo della popolazione al di fuori della Campania, secondo il principio di solidarietà e di sussidiarietà e uno schema di gemellaggi con le altre regioni. La Basilicata, unitamente alla Calabria, è gemellata con il quartiere Bagnoli, che ha circa 23mila residenti dei quali la metà è destinato a essere ospitato nella nostra regione».

In casi allerta rossa e quindi di dichiarazione, con decreto della presidente del Consiglio dei Ministri, dello stato di emergenza nazionale, «tutta la popolazione deve abbandonare la zona e può scegliere di farlo in modo autonomo o assistito. Il tempo complessivo stimato per questa operazione è di 72 ore – dice Di Bello -. Chi sceglie di spostarsi autonomamente, con il proprio mezzo di trasporto, seguendo percorsi stradali stabiliti nel Piano di allontanamento, potrà recarsi direttamente nell’area di accoglienza della regione gemellata, ovvero verso la sistemazione alternativa individuata autonomamente. Lo spostamento assistito, invece, prevede il trasferimento delle persone dalle “Aree di incontro”, individuate fuori dalla zona rossa, verso i “Punti di prima accoglienza”, nelle Regioni e Province autonome gemellate, con modalità diverse (pullman, treni o navi) a seconda delle destinazioni».

Per la popolazione di Bagnoli destinata alla Basilicata l’area di incontro è nel comune di Napoli, in piazza Garibaldi e da qui verrà trasferita, tramite treno, alla stazione di Tito, non lontana dall’area di prima accoglienza.

Il piano ha individuato, infatti, quale area di prima accoglienza il centro Cecilia di Tito Scalo, che presenta caratteristiche logistiche ottimali per accogliere nelle prime ore e identificare la popolazione in arrivo alla stazione di Tito, proveniente dalla stazione di Napoli centrale.

«La scelta dell’area di prima accoglienza – continua Di Bello – è il risultato di vari fattori predisponenti, quali la posizione geografica e la sua accessibilità (vicino alla città capoluogo di regione e all’ospedale San Carlo), la capacità ricettiva e la disponibilità del campo sportivo e altre aree comprensoriali per l’allestimento di tendopoli e per l’ammassamento dei soccorritori e delle risorse».

Per gli abitanti del Comune di Bagnoli che, in caso di emergenza, sceglieranno di raggiungere la Basilicata con proprio mezzo, è stata individuata un’area apposita nel comune di Potenza in grado accogliere temporaneamente 5mila autovetture dalla quale sarà organizzato un servizio navetta per l’area di prima accoglienza.

Per la prima accoglienza di un massimo di 11.500 persone, in via cautelativa si prevede di attivare sia aree di accoglienza coperte, in tutte le palestre di Potenza, dove è possibile ospitare oltre 4mila persone, e sia aree di accoglienza scoperte per circa 5.500 persone in tende e roulotte, oltre ad alberghi convenzionati nelle immediate vicinanze di Tito per quasi 2mila persone, con priorità per le categorie fragili.

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