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Caldo e inflazione frenano il turismo in Puglia. L’allarme di Federalberghi: manca il 20% delle presenze

Prima il Covid e i lockdown, poi la guerra tra Russia e Ucraina e l’inflazione. Adesso, però, il turismo pugliese deve fare i conti anche col clima pazzo che a maggio e giugno ha penalizzato stabilimenti e alberghi con freddo e pioggia fuori stagione, mentre adesso riduce del 20% le presenze con ondate di caldo…

Prima il Covid e i lockdown, poi la guerra tra Russia e Ucraina e l’inflazione. Adesso, però, il turismo pugliese deve fare i conti anche col clima pazzo che a maggio e giugno ha penalizzato stabilimenti e alberghi con freddo e pioggia fuori stagione, mentre adesso riduce del 20% le presenze con ondate di caldo senza precedenti. Ecco perché sarà difficile, di qui alla fine dell’estate, registrare il record storico di vacanzieri.

A disegnare questo scenario è Francesco Caizzi, presidente pugliese di Federalberghi, secondo il quale alla Puglia sta mancando il turismo di prossimità, cioè quello che proviene da regioni vicine come Campania e Lazio. «In generale non c’è una situazione negativa rispetto alle presenze – mette in chiaro il numero uno degli albergatori pugliesi – ma questo non significa che non ci siano problemi».

Il turismo locale, infatti, sconta un mese di giugno tutt’altro che esaltante, periodo in cui gli alberghi non hanno fatto registrare numeri da record a causa del freddo e della pioggia fuori stagione. «Non è andata benissimo e di certo il maltempo non ci ha aiutato – prosegue Caizzi – Chi aveva la vacanza programmata è venuto da noi ugualmente; chi, invece, doveva trascorrere il fine settimana in Puglia non l’ha fatto. La percentuale che è mancata, dunque, è quella degli italiani che storicamente ci fanno stabilire il record di presenze». Determinante, in tal senso, l’assenza di campani e laziali che, soprattutto negli ultimi anni, hanno eletto la Puglia come proprio buen retiro o come meta per trascorrere qualche giorno di relax all’insegna dell’arte, della natura e del buon cibo.

Se a giugno il turismo è stato penalizzato dal maltempo fuori stagione, a luglio gli alberghi risultano paradossalmente penalizzati dal caldo anomalo. Proprio così: le temperature oltre i 40 gradi sembrano scoraggiare i vacanzieri, a cominciare ancora una volta da quelli italiani che amano trascorrere non più di un fine settimana a Bari e dintorni.

Alla contrazione delle presenze turistiche nella regione, comunque, concorrono anche ragioni di carattere prettamente economico. La prima è facilmente intuibile: l’inflazione. «L’impennata dei prezzi – aggiunge il presidente pugliese di Federalberghi – è un altro dei motivi che scoraggia il turismo proveniente dalle regioni vicine». Dopo lo scoppio della guerra tra Ucraina e Russia e la conseguente impennata dei prezzi dei generi alimentari, dei carburanti e delle tariffe energetiche, infatti, molte famiglie si sono viste costrette a ridurre i consumi e spesso hanno scelto di “tagliare” sulle vacanze.

Altri, invece, non hanno rinunciato ai viaggi, ma si sono diretti verso mete più economiche della Puglia. E qui si giunge alla seconda e ultima motivazione economica del calo delle presenze registrato da Federalberghi a luglio: «Hanno riaperto le destinazioni africane – conclude Francesco Caizzi – a cominciare dall’Egitto». E, da queste parti, storicamente le vacanze costano molto meno rispetto all’Italia, Puglia inclusa.

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