Cala il prestito alle imprese cresce il rischio di infiltrazioni criminali: i dati in Puglia

Meno prestiti concessi dalle banche alle imprese aumento del rischio di infiltrazione della criminalità, è il quadro che fa la Cgia di Mestre all’Italia. L’usura ma anche il fenomeno della “mafia imprenditrice” è sempre più in crescita e non riguarda solo il Mezzogiorno, ma ormai anche il nord.

In Puglia

Se in Italia il dato è allarmante riguardo agli impieghi vivi: siamo ad una percentuale nel 2024 che è a – 4,7% rispetto all’anno precedente, in Puglia si attesta sul – 3,7% e la provincia più colpita è la Bat (Barletta, Andria, Trani) dove la flessione degli impieghi vivi è a – 6,7% rispetto all’anno precedente, Foggia è al -4,9% Brindisi al 2,7%, , Taranto al -4,4%, Bari al – 2,7%, Lecce è al -5%.

I soldi dei clan

Un fatto è certo la flessione dei crediti fa sì che gli unici ad avere disponibilità di liquidità sono i clan che hanno fiuto e investono nelle attività in cui non sono indispensabili competenze specifiche.

L’Europol

A confermare il dato è anche l’Europol: l’80 per cento delle organizzazioni criminali attive in Europa utilizza le imprese nelle attività illegali. In realtà è da almeno 25 anni che al nord si registra, in maniera stabile, la presenza di organizzazioni criminali, basti pensare che il Veneto è la regione del Settentrione con la più alta percentuale di infiltrazioni delle tre grandi mafie. E si contano 20mila aziende in odore di criminalità.

In questo periodo il trend è però in crescita, come in ogni momento di crisi e chi specula sia per il riciclaggio di danaro sporco, sia per vere e proprie rilevamenti delle attività è proprio la criminalità organizzata, per la Banca d’Italia (studio realizzato nel 2021) la penetrazione della Mafia Spa è diffusissima al nord e gli unici territori del sud che in qualche modo si “salvano” sono le province di Matera, Chieti, Campobasso e alcune realtà sarde. Se però la riduzione dei prestiti alle imprese italiane è stata del 4,7 per cento (-32,2 miliardi di euro), le piccolissime imprese hanno subito una contrazione dell’erogato dell’8,3 per cento, mentre quelle con più di 20 addetti hanno visto scendere il flusso del 4 per cento.

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