Caccia aperta in 16 regioni italiane, anzi no si tratta di una preapertura della stagione venatoria che è una scelta, un optional e Puglia (ufficialmente la stagione si apre il 15 settembre), Basilicata, Calabria, Marche, Sicilia e Sardegna hanno deciso di applicarla.
Gli uccelli nel mirino
Oggi e domani nel mirino dei fucili ci sono gazze, tortore, ghiandaie, cornacchie grigie, colombacci, quaglie, alzavole e marzaiole, ma anche lo stormo ‘in deroga’ ovvero quegli uccelli che possono provocare danni ai campi, si tratta degli storni che mangiano frutti preziosi, come le olive, ognuno arriva a becchettare fino a 20 grammi di olive al giorno, ed è per questo che è stata autorizzata la caccia in deroga in Puglia, nelle aree olivetate di Bari e Brindisi e sul Gargano, dove il fenomeno delle nubi di uccelli è divenuto pressante.
A darne notizia, nei giorni scorsi, è stata Coldiretti Puglia, in relazione alla delibera di Giunta regionale che consente il prelievo degli storni nella piana olivetata litoranea tra le province di Bari e Brindisi e nella fascia pedegarganica della provincia di Foggia dal 10 novembre 2024 al 19 gennaio 2025, quando è in corso la campagna di raccolta e le olive sono a rischio depredazione da parte degli storni.
La polemica della Lipu
Oggi però contro la pre-caccia che anticipa l’apertura uffficiale la Lipu -Bird Life Italia avverte che «nonostante sia uno strumento in deroga, va usato con molta cautela, perché le regioni ricorrono abitualmente alla preapertura della caccia, a volte su specie a stato di conservazione negativo, (per intenderci specie rare, ndr) come la tortora selvatica, che sarà cacciabile in Puglia, Basilicata, Marche, Sicilia, Sardegna e Calabria. Andando contro le norme europee che vietano di cacciare uccelli in flyway, in via di migrazione, dell’Europa orientale». Ci sono anche ricorsi al Tar contro questi provvedimenti (la Lipu lo presentato in Campania il 24 agosto scorso proprio contro la preapertura della caccia alla tortora).
La tortora è protetta?
Qualche anno fa The Indipendent, pubblicò un articolo in cui attaccava l’Italia per aver preso di mira la tortora e affermava che 7,5 milioni erano state uccise in Italia, «ma un rapido controllo dei fatti mostrò che i capi abbattuti erano stati 135.000», afferma Federcaccia. Un fatto è certo però ed è che la Commissione Ue ha chiesto all’Italia di fermare la caccia alla tortora selvatica, un uccello migratore a rischio estinzione, e lo stesso ministero dell’Ambiente è intervenuto invitando le regioni ad astenersi dall’autorizzare la caccia, quantomeno per la prossima stagione. Eppure la tortora risulta inclusa nell’elenco delle specie cacciabili dei calendari regionali anche per la stagione venatoria 2024/25, anzi anche nella prestagione di caccia.