Brindisi, la trevigiana Scandiuzzi rilancia gli investimenti sul porto: 15 assunzioni

La Scandiuzzi Steel Contructions, azienda metalmeccanica con proprietari trevigiani operante a Brindisi dal 1996, ha intenzione di rilanciare gli investimenti sulle banchine portuali.

«Il settore oil and gas nel quale operiamo – ha spiegato Fulvio Scandiuzzi, a.d. dell’impresa – vive una fase di effervescenza. Dobbiamo fare sistema con le istituzioni per non perdere questa opportunità». Sulla banchina di Costa Morena Est, dove la Scandiuzzi effettua le sue attività di project cargo, fanno bella mostra imponenti manufatti. Sul piazzale della banchina è stato assemblato un impianto per la produzione di idrogeno che sarà trasferito e utilizzato presso lo stabilimento petrochimico di Porto Marghera. L’altro imponente manufatto presente è un serbatoio utilizzato nei processi petrolchimici. La maggior parte degli ordinativi proviene dall’estero. Il lavoro è tanto, così la Scandiuzzi, già da due anni, ha fatto richiesta all’Autorità portuale per occupare una parte della colmata che verrà realizzata a Capo Bianco e che diverrà una zona franca doganale.

«Negli ultimi anni il personale sta diminuendo», ha denunciato il cavalier Enzo Scandiuzzi, fondatore dell’azienda. In effetti lo scorso anno, su questo tema, si accese una polemica in città. La Scandiuzzi diramò un comunicato stampa nel quale lamentava che vi erano cinquanta posti di lavoro disponibili ma che da alcuni anni non riusciva a reperire saldatori, montatori, operai di carpenterie metalliche e operatori di macchina. La notizia fece il giro d’Italia e i sindacati non la presero bene.

«Abbiamo un bacino di tanti ex lavoratori – rintuzzò la Fim Cisl – con professionalità acquisite negli anni. Apprendere notizie di aziende che non trovano manodopera ci sembra eclatante e fuori luogo. Riteniamo sia utile che la Scandiuzzi faccia chiarezza sui profili ricercati e sulle modalità di assunzione, evitando generalizzazioni». Confintesa parlò invece di «schiaffo ai tanti operai brindisini qualificati in cerca di lavoro, che inondano di propri curricula la Scandiuzzi senza essere presi in considerazione» e che pertanto «si sono dovuti trasferire al nord, dove sono apprezzati per la loro grande professionalità».

La Scandiuzzi sta provando a ovviare al problema stringendo accordi con gli istituti scolastici del territorio. L’alternanza scuola-lavoro svolta dagli studenti dell’istituto tecnico tecnologico Giorgi è culminata con quindici assunzioni. Adesso l’azienda ha intenzione di replicare questo modello stringendo un accordo con l’istituto professionale Ferraris.

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