Brindisi, in pizzeria c’è il “rotolino trans”: metà carne, metà verdure. Mixed: «È bullismo»

Voleva probabilmente essere un’idea “simpatica” quella di una pizzeria di Brindisi che ha deciso di chiamare una delle pietanze servite ai clienti “rotolino trans“. La particolarità sta nel fatto che per metà è un “rotolino con verdure” e per metà un “rotolino porco“, riferendosi probabilmente alla presenza di carne.

La scelta, però, non è passata inosservata e se già in passato era stata segnalata da un’associazione del posto che aveva invitato la titolare della pizzeria a cambiare il nome, ora a denunciare la decisione di chiamare la pietanza “rotolino trans” è il movimento Mixed che lotta per i diritti delle persone Lgbtqia+.

Il menù della pizzeria è stato diffuso, spiegano da Mixed in un post pubblicato su Instagram, in un gruppo Telegram in cui si scambiano suggerimenti su ristoranti con opzioni vegane e a segnalarlo è stata un’attivista dell’associazione.

L’ira di Mixed: «Le identità trans ancora oggetto di scherno»

«Sebbene inizialmente il nome del piatto “rotolino trans” possa far ridere, ci chiediamo il perché di questa scelta», scrivono da Mixed, evidenziando che «non sarebbe la prima volta che le identità trans diventano oggetto di scherno».

Gli attivisti dell’associazione che difende i diritti Lgbtqia+ si chiedono «quanto questa scelta sia frutto di “ingenua” fantasia (e ignoranza) e quanto invece questa sia stata la scelta consapevole di strumentalizzare una comunità marginalizzata per il proprio business e quindi essenzialmente per il proprio profitto».

La risposta pare essere la seconda perché «immaginiamo come, ogni volta che qualcuno legge il menù, il nome del piatto legittimi lə clienti a fare battute transfobiche all’interno del locale» creando così «uno spazio safe per persone che hanno voglia di scherzare sulle persone trans, ma non per le persone trans».

«Non si faccia profitto attraverso il bullismo»

Da Mixed evidenziano, poi, come la scelta non si sposi con le altre fatte dal locale «che è un ristorante con diverse opzioni vegane» e quindi presumibilmente «sensibile rispetto allo sfruttamento animale o per lo meno rispetto alle persone vegane» ma «sembra non esserlo affatto nei confronti delle persone trans». Amarezza, poi, suscita il fatto che anche il personale della pizzeria giustifichi la proprietaria «con il fatto che si tratta di una signora anziana con idee “datate”, ma che comunque viene definita una “compagna”».

Mixed chiede «che venga cambiato il nome perché il fatto che si crei profitto attraverso il bullismo delle persone trans è assolutamente inaccettabile».

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