Brindisi, Edison illustra i particolari del deposito di Gnl alla città: «Cantiere al via in due mesi»

Il deposito costiero di gnl è il primo tassello della transizione energetica ed ecologica che interessa la mobilità. È quanto spiegato dai vertici di Edison nella sede di Confindustria, alla presenza di associazioni di categoria e sindacati. L’impianto avrà una durata di almeno 25 anni ed è stato finanziato con il fondo complementare del Pnrr, pertanto dovrà essere realizzato entro il 2026. Per arrivare al traguardo, «il cantiere dovrà essere avviato entro due mesi», hanno sottolineato da Edison. Il deposito, nei primi anni, stoccherebbe gnl, che consente di abbattere del 20% le emissioni di Co2 e del 90% quelle di ossido di azoto e di zolfo rispetto al diesel. In futuro, però, l’impianto potrà stoccare bio-gnl e successivamente idrogeno e ammonia, consentendo abbattimenti delle emissioni sempre maggiori.

Tra i temi più dibattuti c’è quello della torcia. I rappresentanti del colosso energetico hanno chiarito i passaggi che hanno condotto alla scelta di realizzare una torcia di sicurezza alta al posto di quella “a terra”. «Il nulla osta di fattibilità originario – hanno spiegato da Edison – è stato ottenuto sul progetto che prevedeva la presenza della torcia elevata. Poi la Regione Puglia ha inserito la richiesta di valutare soluzioni tecniche per interconnettere il deposito alla rete nazionale e per gestire il biognl. Questa raccomandazione della Regione ci ha indotto a effettuare due valutazioni. La prima è stata quella di gestire il biognl con la liquefazione della rete, stravolgendo il layout dell’impianto, aggiungendo altri moduli e prevedendo una grand flare alta 32 metri e larga un metro e mezzo. In parallelo abbiamo studiato un’altra configurazione, a nostro avviso ottimale, che è quella del progetto iniziale, che prevede una torcia elevata alta 42 metri e larga 10 metri e la riduzione del numero dei motori a combustione, con un conseguente miglioramento ambientale. La torcia è dimensionata per le situazioni di emergenza, durante le quali brucerà metano e non idrocarburi pesanti. I due tipi di torce hanno la stessa funzionalità, l’unica differenza è visiva. Certo, la grand flare è più complicata da realizzare e ci impiegheremmo mezzo anno in più. Inoltre la torcia a terra non è attualmente autorizzata e richiederebbe pertanto un ulteriore passaggio autorizzativo dal punto di vista paesaggistico».

Le preoccupazioni, però, sono volte anche alle potenziali limitazioni che l’impianto potrebbe arrecare al pieno utilizzo dei binari, che arrivano fino alla banchina di Costa Morena. Sul punto, i vertici di Edison hanno tranquillizzato sul fatto che verrà costruito un muro di recinzione lungo 130 metri e alto 4 metri a protezione del convoglio ferroviario.

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