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Bollette fuori controllo, arriva l’esposto in Procura e parte la raccolta di firme

Dopo essere scesi in piazza in due diverse occasioni per protestare contro i costi insostenibili dell’energia, il gruppo di cittadini e commercianti “No Caro Bollette Bari-Puglia”, è pronto a presentare un esposto in Procura assistito dall’avvocata Giuseppina Daraio. La raccolta delle firme partirà ufficialmente questo pomeriggio in via Spalato, dalle 17 alle 20, ma il…

Dopo essere scesi in piazza in due diverse occasioni per protestare contro i costi insostenibili dell’energia, il gruppo di cittadini e commercianti “No Caro Bollette Bari-Puglia”, è pronto a presentare un esposto in Procura assistito dall’avvocata Giuseppina Daraio.

La raccolta delle firme partirà ufficialmente questo pomeriggio in via Spalato, dalle 17 alle 20, ma il gruppo ha già raccolto le prime 1000 sottoscrizioni per chiedere al procuratore della Repubblica di verificare la sussistenza dei reati di aggiotaggio, estorsione, turbata libertà dell’industria e del commercio, manovre speculative su merci e infedeltà in affari di Stato. «Vogliamo vederci chiaro – spiega il gruppo in una nota – e chiediamo per questo al procuratore della Repubblica presso il tribunale di Bari di verificare la sussistenza dei tanti reati che stanno letteralmente mettendo in ginocchio intere famiglie, imprese, partite Iva, lavoratori e studenti».

I firmatari chiedono che vengano esaminate nel dettaglio alcune circostanze che hanno determinato l’aumento del costo dell’energia: «Approfittando delle “liberalizzazioni” decise negli anni addietro dallo Stato Italiano e strumentalizzando l’attuale situazione geopolitica mondiale, gli operatori dei settori di fornitura di beni e servizi essenziali, su concessione (in particolare di fornitura di gas ed energia elettrica), perseguono, attraverso l’aumento esorbitante dei prezzi rispetto alle condizioni contrattuali in essere, interessi finanziari ed economici in danno dell’interesse generale della collettività». Speculazioni che secondo i cittadini e i commercianti che presentano l’esposto «stanno avendo un impatto devastante sull’intero tessuto socio-economico italiano, minando la stessa sopravvivenza di imprese e famiglie». Una situazione che – segnalano i firmatari – è iniziata a cambiare già a partire dall’estate 2021.

Quando «il mercato del gas era regolato da accordi commerciali pluridecennali e il prezzo dello stesso veniva stabilito facendo riferimento al prezzo del barile di petrolio, che a sua volta dipendeva dalla quantità di petrolio estratto, espresso in dollari-Usa». Per questo – si legge ancora nell’esposto «la stabilità dei prezzi previsti e la regolarità degli approvvigionamenti (costanti durante tutto l’anno, con la possibilità dello stoccaggio nei periodi estivi, in grado di coprire il maggior fabbisogno durante la stagione invernale), garantivano la sicurezza negli approvvigionamenti e costi relativamente bassi. A partire dall’estate del 2021 è cambiato tutto. Anche in Italia il prezzo dell’energia viene ora stabilito dal mercato della “borsa virtuale” di Amsterdam, una borsa specifica per la compra-vendita di energia, nata quando l’unione Europea ha liberalizzato il mercato dell’energia». Sarebbe qui l’origine della speculazione: «tale “borsa virtuale”, non è altro se non una piattaforma sulla quale avvengono gli scambi. Su questa piattaforma vengono aggiornati e pubblicati quotidianamente sotto forma di database i prezzi dell’energia che danno origine al Ttf, cioè al prezzo di quel momento, rappresentato da un Titolo che in poco tempo ha portato il prezzo del gas dai 20,50 euro di aprile 2021 ai 280 euro, con punte di oltre 500 euro, dopo giugno 2022».

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