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Bollette e alimenti: Brindisi prima in Puglia nei rincari. Segue Bari

È Brindisi la città con l’inflazione cresciuta di più in Puglia per le bollette di luce e gas, seguita a brevissima distanza da Bari. È sempre il capoluogo messapico ad aver visto incrementare maggiormente in regione, nell’ultimo anno, il costo dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche. È quanto si evince dalla graduatoria stilata dall’Unione…

È Brindisi la città con l’inflazione cresciuta di più in Puglia per le bollette di luce e gas, seguita a brevissima distanza da Bari. È sempre il capoluogo messapico ad aver visto incrementare maggiormente in regione, nell’ultimo anno, il costo dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche. È quanto si evince dalla graduatoria stilata dall’Unione Nazionale Consumatori che mette in fila i principali rincari subiti dagli italiani dall’inizio dell’anno a fine ottobre. Pur registrando un inflazione significativa, Brindisi si colloca comunque nella parte bassa della graduatoria, al di sotto del dato nazionale: 46esima per le bollette e 30esima per i beni alimentari. Se per gas e luce sono soprattutto le città del Centro Nord a pagare dazio, con Perugia, Terni, Bologna, Lodi e Alessandria nelle prime posizioni, per quanto riguarda il cibo e le bevande i rincari si sono registrati soprattutto al Centro Sud. Ai primi posti si registrano Macerata, Cosenza e Catania. «Sono cifre che dimostrano come il taglio teorico dell’iva per pane, pasta e latte, pari ad appena a 21 euro e 56 cent all’anno a famiglia, sia una “burla”, per non dire una pagliacciata. Senza contare che questa “mancetta” non andrebbe a vantaggio delle famiglie ma dei commercianti» afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

In Puglia diminuisce la produzione di latte

Proprio l’impatto dei rincari dei costi energetici mostra importanti conseguenze nel campo degli allevamenti. In Puglia diminuisce la produzione di latte del 4,45%, nonostante siano stabili i consumi, con il 52,6% dei pugliesi che beve latte ed il 15,2% che mangia formaggi almeno una volta al giorno. Il dato, registrato da Coldiretti, prende in considerazione la produzione da gennaio ad oggi, rilevando una diminuzione delle consegne di latte pugliese, attestatosi su 283mila tonnellate.

A livello territoriale le due province vocate Bari e Taranto segnano i cali più significativi, rispettivamente del 5,85% e del 4,76%, ma anche la provincia di Foggia, pur rispetto a minori quantità produttive registra una diminuzione consistente del -9,32%. Crescono, invece, il Salento, con un aumento della produzione del 7,30% a Brindisi, del 1,90% a Lecce, e la Bat con una performance positiva del 7,25%. «Va garantita la stabilità del settore lattiero – caseario che ha un’importanza per l’economia regionale ma anche una rilevanza sociale e ambientale – insiste Coldiretti Puglia – perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate. In 3 anni, da giugno 2019 a giugno 2022, in Puglia hanno già chiuso 266 stalle, con l’emergenza economica – denuncia Coldiretti Puglia – che mette a rischio la stabilità della rete zootecnica, importante non solo per l’economia ma perché ha una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate».

Da difendere secondo la Coldiretti Puglia c’è un sistema composto da duemila stalle da latte pugliesi che garantiscono una produzione di 108.000 tonnellate di latte che esprime un valore di oltre 130 milioni di euro e oltre 40.000 tonnellate di formaggi che alimenta una catena produttiva lattiero-casearia regionale, o di euro ed occupa oltre 6.000 persone fra occupati diretti e indotto con una ricaduta positiva in termini di reddito e coesione sociale.

«In pericolo c’è in Puglia un patrimonio di formaggi unico al mondo – riferisce la Coldiretti regionale – dove la Fattoria Puglia assicura un decisivo presidio di un territorio dove la manutenzione è assicurata proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali e un patrimonio dell’agroalimentare Made in Italy che in Puglia vanta ben 4 formaggi Dop, la burrata di Andria Igp e 17 specialità riconosciute tradizionali dal Mipaaf, con le specialità provenienti dalla Puglia come il Canestrato leccese, il Caciocavallo podolico Dauno e della Murgia».

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