Birra artigianale made in carcere. Gli ingredienti? Pane, cozze e pepe rosa

Direttamente dal carcere Carmelo Magli di Taranto arriva Birra Pugliese, la birra artigianale del riscatto sociale e del reinserimento nel mondo produttivo. È realizzata con materie prime coltivate in Puglia, non pastorizzate e non filtrate. Alle due etichette in commercio: le due chiare “Galbinum” e “Sbarre” prossimamente si affiancherà l’innovativa “Puccia”, birra leggermente ambrata dall’intenso aroma di crosta di pane dal momento che al posto dell’orzo viene usato pane duro.

Poi arriverà anche “Cozzara”, una birra sperimentale fatta con le cozze e il pepe rosa. Alle fasi di produzione di birra pugliese lavoreranno alcuni detenuti per rafforzare ulteriormente il ponte tra le attività educative e produttive svolte in carcere e il territorio tarantino. La filiera birraria darà un’opportunità concreta di formazione e lavoro ad almeno quattro detenuti e servirà anche a generare risorse per sostenere ulteriori progetti all’interno del carcere ionico.

«Un progetto tipicamente pugliese sin dal nome – commenta il direttore del carcere Luciano Mellone – che coniuga alcuni dei tratti distintivi della nostra terra come l’attenzione alla ricerca della qualità attraverso l’uso di materie prime a filiera corta e la capacità di saper intuire le tendenze del mercato, rappresentate dall’attenzione alle birre artigianali. Infine una peculiarità tutta tarantina, fare del lavoro la più importante occasione di riscatto e di attenzione verso gli altri».

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