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Benzinai in sciopero: sindacati divisi sulla durata

A partire dalle 19 di ieri sera è iniziato lo sciopero dei benzinai, in protesta contro il governo a seguito all’approvazione lo scorso 14 gennaio del decreto Trasparenza, contenente "Disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di…

A partire dalle 19 di ieri sera è iniziato lo sciopero dei benzinai, in protesta contro il governo a seguito all’approvazione lo scorso 14 gennaio del decreto Trasparenza, contenente “Disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico”. A nulla è valso il tentativo di mediazione del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che ha cercato di fermare la mobilitazione incontrando i rappresentanti delle sigle sindacali Faib, Fegica e Figisc-Anisa. Al termine dell’incontro il ministro Urso ha confermato che sarà mantenuto nel decreto l’obbligo di esposizione del prezzo medio regionale, al fine di favorire la massima trasparenza a beneficio di tutti gli attori, e ha presentato nei dettagli i contenuti della proposta emendativa che è stata elaborata sulla base delle interlocuzioni dei giorni scorsi. La presidenza nazionale Faib Confesercenti, riunita d’urgenza, a seguito dell’incontro con il ministro ha valutato e ritenuto positive le aperture presentate e già formalizzate con un emendamento al decreto legge e ha deciso di ridurre a un solo giorno la mobilitazione. La scelta verrà presentata alla riunione di coordinamento con le altre sigle, fissata per questa mattina. Fegica e Figisc/Anisa hanno invece confermato la durata di 48 ore per la mobilitazione dei benzinai da loro rappresentati.

«L’adesione a questa protesta è stata compatta da parte di tutti gli impianti con gestore, nonostante i tentativi del ministro Urso di scongiurare fino all’ultimo lo sciopero – spiega Paolo Castellana, rappresentante regionale della Figisc – Siamo stati usati come capro espiatorio dal governo dopo che questo ha reintrodotto le accise sulla benzina, per carità una scelta politica legittima, ma attribuire l’aumento dei prezzi alla speculazione dei benzinai è stato un modo per scaricare responsabilità. I gestori non fanno altro che adeguarsi ai prezzi di vendita che ci sono sul mercato e alle indicazioni che vengono fornite dalle compagnie, le percentuali di guadagno che entrano nelle tasche dei gestori non cambiano e sono molto ridotte».

La prima giornata di sciopero non ha del resto causato nessuna “corsa” al rifornimento da parte degli automobilisti pugliesi, nemmeno nel capoluogo, nonostante i gestori abbiano riscontrato un aumento della vendita di carburante rispetto ai normali volumi. «I consumatori – conclude Paolo Castellana – si sono preparati allo sciopero facendo rifornimento per riempire i serbatoio, e ci sono state vendite sicuramente superiori a quelle di una normale giornata. Ma sicuramente non si può parlare di disagi e di una corsa al carburante che non c’è stata». Ora si attende di capire in che direzione andrà la protesta al termine della mobilitazione dei benzinai.

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