La foto di Benedetto sul mobile, all’ingresso di casa, non può passare inosservata. «E chi è che non la vede?», dice orgogliosa Porzia Petrone. Quando suo fratello è stato ucciso da uno squadrone fascista, la «squadraccia», come la chiama lei, aveva 29 anni.
Quarantacinque anni dopo, nell’abitazione di strada Palazzo di città a Bari vecchia, novembre è sempre un mese difficile da digerire: «Quando entra novembre, mio marito lo sa, mi prende il dolore. Il 28 non cucino, finché ci sarò io, questo giorno sarà un giorno nero».
Eppure Porzia, che oggi è madre e per anni si è battuta al fianco dell’avvocato Michele Laforgia per avere giustizia e verità, oggi ha finito le parole. Oggi che l’omicidio di Benny si porta dietro tutti i suoi lati oscuri e la richiesta di archiviazione dell’indagine, formulata dalla procura è capitolazione, lei ha voglia di silenzio.
«Non voglio questo fatto qua, perché tirare tutto di nuovo fuori? Il tempo mi ha dato una pace, una serenità, dopoo 45 anni tirare di nuovo tutto fuori, è doloroso, meglio così, che non se ne parli più». Lei che tante volte lo aveva ripetuto, in tutte le sedi utili, rimanendo inascoltata: «L’ho sempre detto, avevo 29 anni e non è successo niente».
Porzia era a casa quando le dissero che Benedetto era stato ucciso: «Va bene che Piccolo usò il coltello, ma loro, con la squadraccia gli hanno fracassato la testa, doveva morire ugualmente e non li hanno condannati. Doveva essere allora, quando hanno condannato solo Piccolo, loro 10 dovevano stare con lui».
Ma oggi, per Porzia, è tardi. E, ormai, del tutto inutile: «Hanno fatto una vita loro, a cosa vale adesso, fa qualche differenza con la morte di Benedetto? Non adesso, dopo 45 anni, doveva essere fatto allora, adesso hanno fatto una vita loro. Continuare a parlarne, a indagare, non fanno altro che rinnovare il nostro dolore, ci abbiamo messo 45 anni per trovare pace».
A Bari vecchia tutti sanno e a novembre si ricorda. «Il dolore rimane sempre, ma la vita continua, il tempo ti dà pace. E che cosa servirebbe più? – si domanda -Solo a rinnovare il dolore».