BdM Banca, già Banca popolare di Bari, ha chiuso il terzo trimestre con un piccolo (352mila euro) ma significativo ritorno all’utile netto a tre anni dall’acquisizione da parte di Mediocredito Centrale.
I dati della trimestrale approvati dal Consiglio di amministrazione registrano ancora 14,6 milioni di euro di ulteriori accantonamenti a Fondi rischi e oneri connessi alla legacy della precedente gestione ma «confermano l’inversione di tendenza con il ritorno alla redditività e l’impegno al sostegno all’economia reale del Mezzogiorno, grazie alla crescita dell’attività creditizia rivolta alle famiglie e alle piccole e medie imprese».
Salito del 21,2% a 218,21 milioni di euro il margine di intermediazione rispetto al 30 settembre 2022 mentre il cost/income scende dall’88,3% di un anno prima all’80,6% del 30 settembre 2023.
Gli impieghi netti verso la clientela, pari a 5,54 miliardi di euro, confermano il trend positivo (+4,4% rispetto al 31 dicembre 2022). Ma BdM Banca segnala anche la crescita del 41,5% delle erogazioni dei finanziamenti a medio lungo termine alle famiglie e alle piccole e medie imprese (462,8 milioni rispetto ai 327 milioni al 30 settembre 2022).
Sale del 2,7% la raccolta diretta da clientela: 6,59 miliardi rispetto ai 6,42 miliardi del 31 dicembre 2022 mentre quella indiretta aumenta del 4,2% (3,83 miliardi vs 3,67 miliardi).
L’istituto evidenzia la crescita del presidio sulla qualità del credito, con un grado di copertura dei crediti deteriorati al 51,3% (50,5% al 31 dicembre 2022) mentre da un punto di vista patrimoniale, il portafoglio titoli ammonta a 2,32 miliardi di euro, rispetto al dato del 31 dicembre 2022, pari a 2,53 miliardi di euro. Solida la posizione di liquidità, con gli indicatori LCR al 178,6% (157,3% al 31 dicembre 2022) ed NSFR al 121,5% (126,4% al 31 dicembre 2022).
In crescita i coefficienti di solidità patrimoniale Cet1 e Tier1, pari al 10,12% (9,65% fully phased al 31 dicembre 2022), e il Total Capital ratio pari al 12,01% (9,90% fully phased al 31 dicembre 2022).
Il Consiglio di amministrazione ha inoltre deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti che approverà il bilancio al 31 dicembre 2023, la destinazione di un importo pari a due volte e mezzo l’imposta (c.d. ”tassa sugli extraprofitti”) ad una riserva non distribuibile a tal fine individuata, in luogo del versamento dell’imposta straordinaria sull’incremento del margine di interesse.